Cultura & Società

MARIO MONICELLI: MONS. VIGANÒ (EDS), «UN VERO INTELLETTUALE DEL POPOLO»

“La morte di Mario Monicelli non rende orfano solo il cinema italiano, privandolo di uno dei suoi più grandi maestri, ma tutta la cultura nazionale”. È quanto dichiara al SIR mons. Dario E.Viganò, presidente della Fondazione Ente dello spettacolo (EdS), ricordando “l’ultimo grande maestro del cinema italiano”. Monicelli, 95 anni, è morto ieri sera, lanciandosi dal quinto piano dell’ospedale romano “San Giovanni”, dove era ricoverato da tempo. “Schietto, caustico, senza maschere – afferma il presidente della Fondazione – Monicelli era un italiano molto diverso da quello cialtrone e citrullo raccontato dai suoi film. Un vero intellettuale del popolo con la schiena dritta, il dono dell’arguzia e l’arte della polemica elegante”. Per mons. Viganò “lo sberleffo fu il marchio d’autore di Monicelli, tanto nel cinema quanto nella vita. La commedia il suo habitat naturale: un genere che interpretò superbamente grazie a quella ricetta riuscita di feroce ironia, amaro cinismo, conoscenza del carattere nostrano”. “Da ‘La grande guerra’ a ‘Un borghese piccolo piccolo’ – prosegue il presidente della Fondazione EdS – il lavoro di Monicelli è costellato da indimenticabili figure della meschinità, eroi mediocri nella ritrattistica al rovescio della storia patria”. In questo senso, aggiunge, “esemplare era il modo in cui Monicelli sapeva sovvertire ogni retorica svelandone l’intimo ridicolo. La Storia è stata fatta a pezzi: la codardia del soldato (‘La grande guerra’), le stupide gesta dei cavalieri medievali (‘L’Armata Brancaleone’), la tronfia aristocrazia romana all’epoca dello Stato Pontificio (‘Il marchese del Grillo’)”. Ma, dice mons. Viganò, “se dovessi rievocare il suo film più importante sceglierei ‘I soliti ignoti’, con cui di fatto elabora il canone della grande commedia italiana: personaggi indimenticabili, vivide atmosfere sociali, la beffa come destino e la farsa elevata a genere nobile del cinema e a ineffabile metafora della vita. Un capolavoro immortale”. Monicelli esordì nel cinema giovanissimo con il corto “Cuore rivelatore”. Padre della commedia all’italiana, con colleghi come Risi, Comencini e Steno, è stato regista di oltre 60 film e autore di più di 80 sceneggiature.Sir