Cultura & Società
I racconti della miniera
E questo è un ulteriore segno dell’amore senza limiti della Madonnina del Grappa che allargando a tutto tondo la sua accoglienza agli orfani dell’immediato primo dopoguerra, estese le sue paterne braccia anche agli orfani per cause civili, poi ad altri ragazzi con famiglie in difficoltà fino ad accogliere, nel periodo della seconda guerra mondiale, anche ragazzi figli di ebrei deportati e perfino di fascisti scappati o giustiziati. In questo senso anche l’accoglienza di Giovanni Billi, in una situazione da «tutto esaurito», sta a significare che a don Facibeni e ai suoi preti-discepoli, la rigenerazione dei ragazzi carenti di riferimenti familiari stava a cuore per ricostruire prima il giovane e poi l’uomo nella sua massima espressione, al di là delle singole precarietà di partenza. Tornando al volume di Giovanni Billi (chiamato quasi per antonomasia «il geologo del Valdarno»), non si può non sottolineare l’ampio dossier fotografico e l’altrettanto corposo glossario finale, come spaccato di una ricerca territoriale ricca di immagini, nomi, personaggi e ambienti di forte intensità emotiva. E non mancano nemmeno contenuti squisitamente lette e arricchiti da qualche poesia, come quell’ultima delicata al padre che pare un monumento al minatore.