Arte & Mostre

1012 ARAZZI DA SALVARE, NASCE CENTRO A FIRENZE; UNA MOSTRA AGLI UFFIZI

Grandi come pareti, pesanti e corposi, fatti di milioni di fili intessuti a mano con pazienza certosina. Sono gli arazzi, preziosa e delicatissima opera d’arte che necessita di cure e tutele costanti. A Firenze, nei depositi di Palazzo Pitti e della Galleria degli Uffizi, ne sono custoditi 1012, raccolti e prodotti quando la città era l'”arazzeria d’Europa” grazie alla Manifattura di Stato fondata da Cosimo I nel 1545 e chiusa poi nel 1747. Per loro nascerà ora un nuovo centro di restauro e conservazione che consentirà di riportare i filati a nuova vita dopo decenni di cattivo stato. La nascita del centro è stata annunciata dal sovrintendente del Polo museale fiorentino Antonio Paolucci presentando la mostra “Gli arazzi dei Granduchi, un patrimonio da non dimenticare”, aperta da oggi al 4 giugno nell’aula di San Pier Scheraggio della Galleria degli Uffizi, con ingresso gratuito.

La mostra, a cura di Caterina Chiarelli, Giovanna Giusti e Lucia Meoni, è composta da sette arazzi, alcuni di notevoli dimensioni, risalenti alla seconda metà del ‘500, e provenienti dai depositi di Pitti e Uffizi. “Abbiamo selezionato – ha detto Paolucci – alcuni arazzi per mostrare al pubblico la rarità e la bellezza di questi panni antichi e i loro diversi livelli di degrado, dovuti a centinaia di anni di cattivo uso e manutenzione”.

Il centro di restauro comprenderà anche una vasca di lavaggio e un laboratorio che consenta lo spolvero e la disinfestazione. Il costo stimato, secondo Paolucci, è di 2 milioni di euro, che arriveranno dai proventi dei biglietti venduti dei musei del Polo. Il luogo scelto potrebbe essere il giardino di Boboli, dietro la grotta del Buontalenti. “Dopo il necessario restauro – spiega Paolucci – gli arazzi potranno venire esposti ciclicamente e per brevi periodi, così da essere conservati in modo esatto”. L’arazzo è un manufatto delicato e anche di difficilissimo restauro. Dietro l’apparente consistenza della sua struttura, si legge nel catalogo delle curatrici, si presenta soggetto a tutte le problematiche proprie dei tessuti: sensibilità a condizioni climatiche e alla luce, indurimento delle fibre in presenza di sedimentazione di polveri, cedimento del tessuto causato dal suo stesso peso. In più l’arazzo nasce come oggetto d’arte destinato ad essere esposto solo in occasioni particolari, ma nel tempo è stato assimilato ad un elemento d’arredo. Via via, gli arazzi furono così esposti in maniera prolungata, con condizioni climatiche non favorevoli, anche all’interno degli stessi Uffizi. Le conseguenze furono danneggiamenti, anche gravi, come perdita di brillantezza dei colori, lacerazioni, fori di insetti, sfilacciature e rammendi.

“Questa mostra – ha sottolineato Paolucci – è ‘al negativo’ perché gli arazzi selezionati sono in attesa di restauro. Ma basta questa piccola selezione per far capire la ricchezza delle collezioni e la complessità dei problemi che coinvolgono la loro conservazione e valorizzazione. Sarebbe anche importante – ha concluso – che moltissimi arazzi oggi esposti nelle sedi di istituzioni e ambasciate possano tornare ad essere custodite idoneamente a Firenze”.(ANSA).