Cultura & Società

Alla ricerca della culla di Michelangelo

di Andrea ManettiIn un momento splendido della repubblica di Firenze, il periodo di Lorenzo il Magnifico, il padre di Michelangelo ottiene la carica di podestà sui due castelli di Chiusi in Casentino e di Caprese in Val Tiberina. Il semestre assegnato a Lodovico Buonarroti-Simoni inizia il 30 settembre 1474 e termina il 31 marzo 1475, date calcolate seguendo il sistema dell’anno fiorentino.

Una disposizione, risalente a molti anni prima dell’insediamento di Lodovico, prevede l’alternanza nella presenza dei podestà tra un castello e l’altro. Il padre di Michelangelo avrebbe dovuto insediarsi a Caprese. In ogni caso, nell’altro castello risiede un notaio alle dipendenze del podestà.

Quando Lodovico lascia Firenze per recarsi al posto assegnato, la moglie Francesca rimane in città a portare avanti, in luogo sicuro, la sua gravidanza ai primi mesi.I primi di marzo del 1474, pochi giorni prima della conclusione del mandato, che era previsto per la fine dello stesso mese, il padre di Michelangelo si reca in gran fretta in città a prelevare la moglie e le fa affrontare, nonostante la gravidanza inoltrata, un viaggio a cavallo, lungo e rischioso, molto probabilmente per paura della peste.

La strada più veloce e sicura per raggiungere i luoghi del podestà Lodovico è quella che porta in Casentino attraverso i crinali della Consuma. I due partono da Firenze a cavallo, in periodo invernale, e hanno davanti a loro molta strada che richiede almeno un pernottamento lungo il percorso. Per raggiungere Caprese devono salire per due volte a quote sui mille metri. Nel Condivi-Gori del 1746 leggiamo che Francesca, madre di Michelangelo, «nel viaggio cascò da cavallo, e fu strascicata per un pezzo, e non si sconciò». Nella notte nasce Michelangelo, sicuramente in un casolare nei pressi del luogo dell’incidente.

Se gli sposi avessero raggiunto Caprese e Francesca fosse caduta da cavallo nei pressi di detto castello, tutti i biografi avrebbero scritto a cominciare dai primi e più attendibili: «A Caprese nacque». Caprese è un bel castello in Val Tiberina.

Condivi (1553), Varchi(1564), Vasari (1568), Borghini (1584) e i francescani(dal 1628) attestano invece la nascita di Michelangelo in Casentino, che è la valle dell’Arno.La testimonianza dell’aretino Vasari è però la più interessante. Nella prima stesura delle «Vite», quella del 1550, il Vasari colloca a Firenze la nascita del Buonarroti. Tale errore considerato da alcuni motivo di poca serietà è invece assai comprensibile. Nella successiva stesura, quella del 1568, il Vasari fa pubblicamente ammenda degli errori commessi nella prima : «Rimessomi alla medesima fatica, con disegno non solo d’aggiungere…, ma di supplire ancora quel che in quella prima opera fusse mancato di perfezione». La nuova versione della nascita di Michelangelo è un capolavoro di chiarezza : «Nacque dunque un figliolo… nel Casentino… l’anno 1474…. Al quale Lodovico essendo podestà quell’anno del castello di Chiusi e Caprese vicino al sasso della Vernia, dove san Francesco ricevè le stimmate, diocesi aretina, nacque dico un figliolo il sesto dì di Marzo, la domenica intorno all’otto ore di notte, (le due attuali) al quale pose nome Michelagnolo». Inoltre, nel descrivere la propria vita il Vasari riferisce: «Mandatomi poi a chiamare in Val di Caprese fra Bartolomeo Graziani, frate di sant’Agostino dal Monte san Savino…». Per il Vasari Caprese non è in Casentino, valle dell’Arno, ma in altro luogo geografico nella valle del Tevere.Dante, nel V canto del Purgatorio descrive il confine meridionale del Casentino del suo tempo con queste parole: «A piè del Casentino traversa un’acqua ch’a nome Archiano». Al tempo della nascita di Michelangelo i confini del Casentino sono spostati ai crinali della Verna oltre i quali si ha la vallata del Tevere in cui si trova Caprese.Quindi se la nascita di Michelangelo avviene in Casentino, deve essere avvenuta nei pressi del castello di Chiusi. Tale è la tradizione di quei luoghi, di cui la testimonianza dei padri francescani della Verna è pietra miliare.

Agli inizi del diciottesimo secolo compare la seguente notizia definita «curiosa» dai dotti del tempo e cioè «che egli ebbe nove compari al suo battesimo a Caprese, dove egli il 6 marzo 1474 ab Inc. in Lunedì (come si trova registrato nel libro de’ ricordi di Lodovico suo padre, che in detto luogo era podestà) nacque dalla nobildonna Francesca di Neri Miniato del Sera e di Bonda Rucellai».

Tale annotazione ripresa dal Condivi-Gori del 1746, è attribuita a Filippo Buonarroti, pronipote di Michelangelo, che muore nel 1737. La Barocchi(1958) scrive: «… forse attingendo alle poi smarrite ricordanze di Lodovico». Le «ricordanze» di Lodovico risultano perse tra il 1772 e il 1875 (Chinali, 1904, p. 262).

Ad ogni modo, alle soglie dell’occupazione francese, le testimonianze sono nettamente a favore di Chiusi. Molto importante e completamente ignorata è la testimonianza dei francescani che, dal 1628 con l’opera di padre Salvatore Vitale, indicano Chiusi come luogo di nascita di Michelangelo. I francescani aggiungono che queste notizie sono tratte da testimonianze scritte in documenti autentici giacenti presso i loro archivi.

Per l’abate Ladvocat (1773) Michelangelo nasce in Chiusi (Caprese) castello di Arezzo nel 1474 da una famiglia nobile e antica.

Dal 1838 la comunità di Chiusi viene privata dei propri amministratori che risiedono a Bibbiena, mentre Caprese dal 1850, può contare su di un valido sindaco che risiede nel proprio municipio ininterrottamente fino al 1887. In prossimità dei festeggiamenti in onore del Buonarroti compare improvvisamente la prova che viene definita inconfutabile a favore di Caprese, e cioè «L’atto di natività mandato a Michelangelo in Roma, ai 16 di aprile del 1548, dal suo nipote Leonardo…». Tale documento viene pubblicato dal Gotti (1875/6) e ripreso dal Mercanti ( 1875/6). Il 26 settembre 1873, un organo di stampa del tempo si scaglia contro «qualche moderno rifrustatore di archivi» che vuole togliere a Chiusi in Casentino l’onore di aver dato i natali a Michelangelo.

Nel 1875 Firenze si appresta a celebrare il quarto centenario della nascita del Buonarroti e in tale occasione Caprese otterrà, anche per la benevolenza di buoni sponsor, che il comitato delle feste fiorentine riconosca tale comunità come luogo natale di Michelangelo.

Passato il centenario, la disputa riprende vigore con l’entrata in campo di due sostenitori di Chiusi: d’Alberoro (1884) e il Beni (1889). Entrambi indicano come apocrifo il documento che si trova in copia presso l’Archivio Buonarroti e aggiungono: «Forse introdotto fraudolentemente da qualche uomo audace».

Altri scrittori italiani e stranieri, intervengono successivamente nella disputa a favore di Caprese, tra essi il Chinali (1904).

Nella seduta del 27 aprile 1911 il Municipio di Caprese trasmette al Prefetto di Arezzo la delibera con la quale richiede di potersi fregiare del titolo «Caprese- Michelangelo» con la seguente motivazione: «Il Consiglio in omaggio alle inoppugnabili considerazioni storiche che militano a favore del comune, per acclamazione unanime approva pienamente la patriottica e geniale proposta del Sindaco».

Seguirà un’istanza al Re nel 1912 che darà esito favorevole nel 1913, anno del Regio decreto con cui si spera di mettere la parola fine all’annosa disputa.

Il francescano padre Gilberto Matteucci, nel 1964, sostiene che il documento apparso improvvisamente in occasione del quarto centenario della nascita di Michelangelo e riprodotto in cliché nell’opera del Chinali (1904) «potrebbe forse esser considerato degli inizi del secolo XVII». Inoltre, a giudizio del francescano, «resta tuttavia la perdita della fonte originale di quella antica trascrizione, (il libro dei ricordi di Lodovico) sia intorno alla nascita che al battesimo».

Ma il paese che porta il nome dell’artistarivendica la validità delle prove L’autore dell’articolo che abbiamo pubblicato, Andrea Manetti, sta per dare alle stampe un volume in cui, in modo molto più diffuso, cerca di dimostrare la tesi che Michelangelo non è nato a Caprese bensì, accidentalmente, nel territorio di Chiusi della Verna. Manetti ha già esposto la sua tesi in un recente incontro a Firenze presso gli Amici dei musei riaprendo un’antica e per certi versi annosa questione.

A Caprese si dicono convinti che Michelangelo è loro concittadino e che il nome dell’artista accanto a quello del paese è stato acquisito con pieno diritto.

«Il Buonarroti è nato in Chiusi o è nato in Caprese?», si domandava all’inizio del secolo scorso Luigi Mercanti nell’Illustrazione del castello di Caprese.Quella, a giudizio di Mercanti, era la domanda che rinnovava il contrasto tra il Casentino e la Valle Tiberina circa «la gloria di aver dato i natali a questo sublime ingegno. Tale domanda, per quanto ripetuta con insistenza, non ha trovato per il passato – scriveva Mercanti – eco presso i dotti, che rovistando tuttodì gli scaffali dei nostri archivi,non poteva mancare l’occasione d’imbattersi in qualche documento, riflettente l’ufficio di potestà della Repubblica Fiorentina, che disimpegnò il padre di Michelangelo nei due castelli di Chiusi e Caprese dal quale sarebbe stato facile desumere la verità, con quella precisione maggiore che non può desumersi da una tradizione, che fa il lungo tragitto di quattro secoli in mezzo ad una popolazione, che si contrasta la fortunata ventura di aver ospitato la madre di Michelangelo, nell’epoca che lo dette alla luce. (…) Nel 1832 una solenne festa letteraria fu celebrata in Sansepolcro ad onore del sommo artista, dagli Accademici Tiberini, ove fu ampiamente dimostrato che Michelangelo Buonarroti era nato a Caprese. Alla sua volta anche il Casentino non poteva rimanere in silenzio, e da quel distinto letterato ed eccellente patriota che fu Gregorio Palmi, allora medico condotto a Bibbiena,insieme a Sacchi e ad altri letterati, fu fondata un’Accademia letteraria, che prese il nome del Buonarroti, ed ebbe nei suoi primi passi il principale scopo di rivendicare al Casentino, l’onore di aver dato i natali a Michelangelo. (…) Come ultima conferma poi, che il Buonarroti è nato nel Castello di Caprese, l’abbiamo in un documento scritto dal padre di Michelangelo che soltanto oggi – scriveva allora Mercanti – vede la luce, e del quale se ne conserva nell’Archivio del Buonarroti la copia. Questo è l’atto di natività, che fu mandato a Michelangelo in Roma ai 16 di Aprile del 1548 dal suo nipote Leonardo, tratto dal libro delle ricordanze del padre».