Cultura & Società

Esperanto, la Toscana al centro del mondo

di Damiano FedeliUna trentina di infanoj invaderanno Prato. Niente paura: non è un attacco alieno e nemmeno un film di fantascienza. «Infanoj» significa infatti «bambini» in esperanto, la lingua artificiale inventata a fine Ottocento dal medico russo Zamenhof non per sostituire le lingue nazionali, ma per promuovere gli scambi e la collaborazione fra popoli. Così, mentre a Firenze – dal 29 luglio al 5 agosto al Palazzo dei Congressi e alla Fortezza da Basso – si tiene il 91esimo congresso mondiale degli esperantisti con oltre 2500 persone attese da tutto il mondo, a Prato negli stessi giorni ci sarà il raduno dei bambini che parlano questa lingua, prima volta in Italia per la manifestazione giunta alla 37esima edizione.

Se l’evento fiorentino avviene sotto il patronato della presidenza della Repubblica e il patrocinio dei ministeri della Cultura e degli Esteri, la settimana pratese ha invece il contributo del Comune, della Provincia e della Circoscrizione Nord della città laniera.

«Saranno 34 bambini, in prevalenza figli di esperantisti, provenienti in gran parte dall’Europa ma anche da Israele e dal Giappone», racconta Leonardo Pampaloni (foto sopra), insegnante alla scuola elementare De André di Prato, fra i promotori dell’iniziativa dedicata ai bambini. Grazie a questa lingua studiata a tavolino per non avere eccezioni grammaticali e che riecheggia parole già conosciute («è fatta in modo che quasi tutti i ceppi linguistici ci possano riconoscere qualche termine», spiega Pampaloni), questi bambini, pur provenendo da paesi diversi, non avranno bisogno di interpreti. E neppure dell’inglese.

L’età media dei piccoli esperantisti che verranno qui è di dieci-dodici anni. Ci sarà un solo italiano: un bambino di Pistoia. «Lo spazio per il divertimento sarà tanto», racconta Pampaloni. «I bambini alloggeranno all’ostello di Villa Fiorelli. Questo sarà il punto di partenza per una serie di escursioni a Firenze, Prato, Pisa e Collodi e nella Valbisenzio. Il tema conduttore sarà quello di Pinocchio. Ma ci sarà modo di incontrare culture diverse: un’insegnante giapponese verrà qui a spiegare come funziona il Sorobano, il loro pallottoliere più veloce delle calcolatrici digitali».

Nella scuola elementare dove lavora, Pampaloni è stato qualche anno fa promotore dell’insegnamento dell’esperanto a due classi: «Era un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di scambi Comenius. Avevamo corrispondenti in scuole rumene e francesi con cui ci scambiavamo idee ed esperienze. E poi i bambini si divertivano un mondo. Per le loro ricerche di scienze potevano scrivere in esperanto a corrispondenti in Norvegia o in Australia e chiedere loro che clima ci fosse da quelle parti. Con un gruppo di loro abbiamo persino girato qui a Prato un cortometraggio interamente in esperanto». Ma che valore ha una lingua come questa per dei bambini? «Innanzitutto – conclude Pampaloni – è facile da imparare. Lo apprendono molto prima dell’inglese. E poi lo sentono quasi come un loro codice segreto di comunicazione. Anche chi poi lo dimentica, matura però una facilità nell’imparare le lingue. E nel conoscere persone di altri Paesi».

Parole delle vacanze… in esperanto• Estate Somero• Vacanze Ferioj• Viaggio Vojago (pron. voiagio)• Riposo Kvieto• Sole Suno• Mare Maro• Spiaggia Plago (pron. plagio)• Montagna Monto• Passeggiata Promenado• Ferragosto Augustomeza Festotago