Cultura & Società

Firenze, famiglia in festa

Un premio a Povia, per aver valorizzato e promosso la famiglia. Lo consegnerà il Centro Famiglia della Diocesi di Firenze sabato prossimo, alla Fortezza da Basso, durante la Festa della Famiglia 2006. Il riconoscimento riguarda la canzone vincitrice di Sanremo, “Vorrei avere il becco”: il cantante verrà premiato “per aver cantato la bellezza dell’amore tenero e fedele che dura tutta la vita”. La serata sarà presentata da Lorena Bianchetti, che dal 1° ottobre sarà la conduttrice di Domenica In. Irene Grandi, in veste di testimonial della campagna “Un cuore si scioglie”, racconterà in collegamento telefonico il suo viaggio in India, in visita a una missione di suore fiorentine. L’attrice Claudia Koll, invece, sarà presente il sabato mattina per incontrare gli studenti delle scuole superiori: racconterà il percorso di conversione che l’ha portata, dagli esordi cinematografici con Tinto Brass, alla fede e all’impegno nel volontariato. La presenza politica invece sarà affidata all’assesore regionale al perdono Massimo Toschi e all’europarlamentare Carlo Casini, che sabato pomeriggio porterà una testimonianza come presidente nazionale del Movimento per la Vita. Questo il programma della festa: la mattina di sabato 23 settembre, un incontro per gli studenti sul tema del perdono: oltre a Claudia Koll e all’assessore Toschi, ci sarà anche Rita Borsellino, che parlerà del fratello Paolo ucciso dalla Mafia. Nel pomeriggio, dalle 15, avrà inizio la festa vera e propria: negli spazi all’aperto ci saranno giochi e animazione per bambini e ragazzi, spettacoli di burattini, sbandieratori. Nel padiglione Cavaniglia, alcune famiglie racconteranno come il perdono è lo strumento che permette di superare le crisi di coppia, le difficoltà tra genitori e figli, la paura di fronte alla vita nascente. Alle 21, lo spettacolo con Lorena Bianchetti, Povia e altri artisti. Domenica mattina, dalle 9 le relazioni degli esperti sul tema del perdono; alle 12, la Messa con il Cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze. Nel pomeriggio, di nuovo festa: all’aperto giochi e musica per bambini e ragazzi, con le canzoni del grande musicista fiorentino Beppe Dati e il Coro Melograno, al coperto intrattenimento per tutti, con Padre Nike, il Magomagone, i gruppi musicali Progetto Uno e Empatia. Conducono Alessandro Masti, di Radio Toscana Network, e la presentatrice di Raiuno Benedetta RinaldiNon mancheranno neanche gli stand: libri, materiale informativo, prodotti per la famiglia. Le famiglie che partecipano potranno consumare pranzo e cena al self service della Fortezza, a prezzi ridotti; a tutti sarà consegnato un ricordo della festa. 2076, quandola famiglianon ci sarà piùdi Umberto FolenaDalla Nazione Nuova, 24 settembre 2076. FIRENZE. Il «Grande Incontro dei legami multipli» è terminato ieri sera in piazzale Grillini in un tripudio di pailettes e lustrini. Vi erano confluiti i carri a tema con i loro occupanti: veterani gay e orgogliose lesbiche, trangender fieri della loro unicità, transessuali nei pittoreschi costumi, l’aggressivo movimento dei Neu (Nuovi eunuchi uniti) in cerca di adepti, poligami e libertini. Nel frattempo alla Fortezza da Basso si concludeva il convegno «Il libero scambio da Adam Smith a Vladimir Luxuria», dalla straordinaria affluenza di pubblico. Ancora una volta i più rinomati studiosi dell’Occidente hanno ribadito come sia scientificamente provato che i legami stabili ed esclusivi siano contro natura, un accidenti della storia dalla cui ottusa servitù, grazie alla lungimiranza dei/delle nostri/e Padri e Madri Fondat-ori/-rici, abbiamo saputo liberarci. Sullo schermo gigante allestito di fronte al Bagno Turco di SMN (chi si ricorda più che nei secoli oscuri era una basilica cristiana?), veniva proiettato il film documentario di Michele Morrone «24/09/26», che ricorda il «Coming Out Act» con il quale l’Europa dei lumi seppe mettere fuori legge la famiglia monogamica e l’inaccettabile ingerenza delle chiese, bandendole dal territorio dell’Unione.Sono passati cinquant’anni dalla grande rinascita. Tempo di stilare un bilancio. È quanto facciamo con Pierino/a Salamel, ministro degli affari pansessuali.

Signor/a ministro/a, perdoni la curiosità: oggi come si sente orientato/a?

«Mi sento Pierino, decisamente. Ma non escludo, in settimana, di potermi sentire Pierina e di comportarmi di conseguenza».

Signor ministro, dunque. Qual è il suo bilancio a 50 anni dalla Liberazione?

«Del tutto positivo. Ci siamo liberati della famiglia, l’oppio dei popoli. La famiglia oggi è nient’altro che un reperto degli anni oscuri. Ci sentiamo tutti meglio, liberi, senza costrizioni. Lei come si sente? Non avrà mica nostalgia delle suocere, vero?».

Sto benino, specialmente meglio da quando sono passato allo Xanax da 0,50. Ma la famiglia è davvero scomparsa? Sia pure con ritrosia, il Ministero degli interni ha comunicato che i matrimoni cristiani sono in aumento. Qual è la causa di una simile deriva civile?

«A me risulta che qui a Firenze i matrimoni religiosi siano cresciuti in un anno da 20 a 25. Il problema sta tutto nei missionari cinesi che partono dall’arcidiocesi di Canton per venire a fare proselitismo qui in Europa. Arrivassero in aereo, li beccheremmo negli aeroporti. Invece viaggiano con le carovane cammellate, i furbacchioni. Lente ma impossibili da intercettare. Abbiamo inoltrato formale protesta presso il governo cinese, ma…».

Lo sappiamo, il premier Ah Min è il leader della Dcc, Democrazia cristiana cinese. Un tipo ostinato, un duro fanfaniano. Difficile convincerlo.

«Sì, anche perché dipendiamo da loro per le forniture di tecnologie avanzate. Dobbiamo ancora capire perché il modello di sviluppo del nordest, piccole imprese combattive, 50 anni fa sia collassato».

C’è chi dice che quelle aziende si fondavano sul modello familiare…

«Una diceria, come peraltro ben documentato nel «Libro nero della famiglia». La famiglia teneva legati a sé i suoi membri ostacolando la naturale dinamicità del mercato. Il mercato è mobile, flessibile e detesta i contratti a tempo indeterminato, quindi la sua prima nemica è, o per meglio dire era, la famiglia. La famiglia bloccava lo sviluppo. La famiglia era sentina di litigi, invidie, ripicche, risentimenti e vendette. La famiglia covava al suo interno sorda violenza. I delitti più efferati avvenivano in famiglia. La famiglia produceva follia. Sono cose risapute, peraltro assai ben documentate dai giornali dei primi anni del secolo».

Quei giornali che tanto hanno giovato alla causa dei legami plurimi.

«Della libertà, contro l’ingerenza vaticana».

A proposito, come giudica la proposta del Ministero degli Affari Effimeri di trasformare i giardini vaticani in un parco acquatico?

«Positivamente. Roma ha bisogno di spazi ludici dove incontrarsi e socializzare. I giardini erano un spazio improduttivo, per fortuna con l’abolizione della Città del Vaticano le cose sono cambiate».

Il Papa non sembra d’accordo.

«La solita pesante ingerenza negli affari interni italiani. Se ne rimanga in India tranquillo».

Il Papa ha invitato anche a pregare per l’ordine pubblico in Italia.

«Una provocazione inaccettabile! Quali disordini? Quali bande giovanili? Quale vuoto morale? La spesa sociale è altina, lo ammetto, ma quando i nostri bravi giovani escono in libera uscita dai collegi, dove i computer sono per loro quei padri e quelle madri giusti e amorevoli che in passato nessun figlio poteva sperare di avere, qualche sfogo devono poterselo concedere».

Forse con il rogo del Colosseo hanno esagerato…

«Vecchiume. Lo rifaremo più bello e più grande che pria».

Si dice che alcuni giovani tendano a stabilire legami stabili, perfino casti. E giochino al gioco della famiglia, ciascuno interpretando il ruolo di genitore e figlio, nonno e zio. Che ne pensa?

«Quei maledetti missionari cinesi con il loro proselitismo! Abbiamo buoni motivi per ritenere che siano loro i responsabili di questi rigurgiti nostalgici. Traviano la nostra gioventù cresciuta senza alcun condizionamento di genere, bella disorientata, senza morali costrittive, libera insomma».

Un cinquantenario riuscito, dunque, nonostante qualche ombra. Da domani, quale sarà il primo impegno del governo?

«Dopo la demolizione delle chiese, ci chiediamo che cosa fare di tutte queste case vuote. Noi italiani siamo rimasti in 20 milioni, ne abbiamo fin troppe. Prima di estinguerci, qualche idea dovremo farcela venire».

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