Cultura & Società

Firenze, il Premio Galileo alla Scuola per il dialogo interreligioso

«Si qualifica come la scuola del futuro» dice il Rabbino Joseph Levi, parlando della «Scuola Fiorentina di Alta Formazione per il dialogo interreligioso e interculturale», della quale egli è membro fondatore e Presidente. Si tratta di una scuola che «vuole riscoprire le qualità ed il valore profondo dell’uomo, attraverso la conoscenza delle sue opere e le sue qualità sociali ed emotive», continua Levi. A fargli eco i vicepresidenti della Scuola, monsignor Andrea Bellandi e Izzedin Elzir (presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia), quindi una triade che rafforza il messaggio di unione tra differenti confessioni religiose, tese a offrire non solo inclusività, ma anche a «riscoprire il valore di ogni persona», perché, come ribadisce monsignor Bellandi «il dialogo si fa sempre fra persone. Inoltre questa iniziativa è nel solco dell’attuale papato, che incoraggia a superare pregiudizi e ostilità e ad avviare dialoghi».

Ricorda, poi, Elzir, che «non si tratta solo di una scuola interreligiosa, ma anche interculturale». Ma da dove nasce l’idea di questa Scuola? Cristina Giachi ricorda che sono stati proprio «i tre rappresentanti delle confessioni religiose più importanti che si sono rivolti all’amministrazione comunale fiorentina, dopo anni in cui avevano portato avanti un progetto di approfondimento della conoscenza fra le religioni. Il progetto risponde allo spirito di Firenze, che fin dal dopoguerra, con il sindaco Giorgio La Pira, è stata luogo di dialogo e pace tra i popoli». La Scuola vuole essere un luogo di alta formazione per formare una nuova classe dirigente, quindi promuoverà occasioni di studio e di incontro per giovani dirigenti culturali provenienti da tutto il mondo, ospiterà e formerà le istituzioni locali, e offrirà strumenti e metodologie per per diffondere nei paesi di origine delle varie religioni e a livello internazionale il patrimonio di conoscenze e di cultura (interreligiosa e interculturale) acquisite nella scuola fiorentina.

Alla luce di tutto ciò, la Scuola non poteva non essere uno dei premiati della XVIII Edizione del Premio Galileo 2000, che quest’anno è incentrato proprio sul tema della Spiritualità. Lo ha annunciato con gioia Marco Giorgetti, in doppia veste sia di Presidente del Teatro della Pergola (che ospiterà la cerimonia di premiazione), sia in qualità di membro della Commissione scientifica del Premio, creato dall’avvocato De Virgiliis, che, ha ricordato Giorgetti «si è speso sempre molto per Firenze e ha speso molto e quindi quest’anno avrà anche lui un momento di riconoscimento». Il Premio, che ha una storia quasi ventennale, vuole dare riconoscimento a persone di spicco del mondo economico, scientifico, politico e culturale. Questa edizione si concentrerà sul riconoscimento della Spiritualità, sia religiosa sia laica, come punto di riferimento per il nostro tempo, perché «lo Spirito è la sintesi più alta dell’aspirazione umana a unire culture, popoli, filosofie e religioni», per dirla con le parole di Giorgetti, che ha riportato il pensiero di De Virgiliis, per il quale, pure, «la Spiritualità diviene il punto di riferimento del nostro tempo, allorché eleva l’Umanità all’essenza dello Spirito».

La premiazione avverrà lunedì 25 giugno, in una serata, a invito, diretta dalla regia di Giancarlo Cauteruccio, che ha scelto come tema conduttore il mare, inteso «come elemento di unificazione, come ponte e scambio tra culture diverse».

Altri premiati, oltre alla FSD- Florence School of Dialogue, per lo Spirito religioso saranno: il Rabbi David Rosen (Direttore Internazionale degli Affari Interreligiosi della Global Jewish Advocacy AJC), Muhammad bin Abdul Karim bin Abdulaziz Al-Issa (Segretario generale della Lega Islamica), il cardinale arcivescovo emerito di Milano Angelo Scola, Padre Nikolaus Papadopoulos (Archimandrita della Chiesa Greco Ortodossa Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli). Per lo Spirito laico, invece, il Premio andrà a Giampaolo Donzelli (Presidente della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer), allo scrittore e giornalista Giancarlo Mazzuca e al Maestro Zubin  Mehta.