Cultura & Società

PISTOIA, NELLE CHIESE 120 «ANGELI DEL BELLO» PER ACCOMPAGNARE I TURISTI NEI LUOGHI SACRI

Dall’8 marzo chi entrerà nelle chiese storiche di Pistoia troverà almeno due “angeli del bello”, giovani pistoiesi disponibili a dare informazioni sulle bellezze artistiche contenute negli edifici: saranno bene identificabili (con felpe, cappellini e t-shirt) e affiancheranno quegli “angeli del bello” più anziani che, ormai da diversi anni, sono a disposizione dei visitatori che nel periodo estivo entrano nelle grandi chiese cittadine. Fanno parte, i ragazzi, di un progetto (“Artegiovane. L’arte spiegata dai giovani”) ideato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile che ha appena concluso un primo momento formativo: cinque incontri (da mercoledì 3 febbraio a mercoledì 3 marzo) in cui quattro docenti (Ugo Feraci, Lucia Cecchi, don Luca Carlesi, Lido Palandri quest’ultimo presidente dell’associazione “Fede e Arte”) hanno fornito ai giovani i “fondamentali” per riuscire bene in questa presenza nelle chiese. All’iniziativa – precisa don Simone Amidei, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile – collaborano anche altri due uffici diocesani (quello per i beni artistici e architettonici, diretto da Lucia Cecchi) e quello Liturgico, diretto da don Luca Carlesi.“Un’idea creativa e originale – ha detto mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia – che mette in contatto arte e giovani, la cultura del tempo e la cultura nel tempo e offre ai visitatori di questi importanti luoghi di preghiera e di arte la possibilità di ottenere spiegazioni competenti ma non paludate offrendo ai ragazzi un codice non epidermico per entrare in contatto con l’identità e la cultura dei luoghi”.” “Artegiovane” ha ottenuto un finanziamento dalla Regione Toscana, con l’assessorato alle Politiche Sociali, nel progetto “Filigrane” e coinvolge le principali scuole superiori pistoiesi: il Classico “Forteguerri”, il tecnico per il Turismo “Forti”, il Tecnico Commerciale “Pacini”, il Commerciale “Einaudi”, l’Artistico “Petrocchi”, lo Scientifico “Amedeo di Savoia Duca D’Aosta”, nonché il Polo Universitario “Uniser Scienze Turistiche”.120 i giovani coinvolti, dai 16 ai 25 anni. Dopo la prima fase formativa, adesso si impegneranno in altri momenti: preparazione di materiale informativo in diverse lingue, conoscenza e coordinamento con gli anziani che li affiancheranno (sono gli anziani dell’associazione “Fede e Arte”, presente dal 2004 con servizio di apertura delle chiese e accompagnamento dei turisti), stage continuato dall’8 al 22 marzo in cinque luoghi “di lancio” (Cattedrale, San Bartolomeo, Spirito Santo, Sant’Andrea, Museo Capitolare). E da sabato santo, 3 aprile, suddivisi in coppie, i giovani saranno presenti a turni in tutti i luoghi prescelti con una disponibilità di 3 ore settimanali fino a domenica 29 agosto compresa.14 i luoghi dove “Artegiovane”, a regime, sarà presente: il Battistero e la Cattedrale di San Zeno, 6 importanti e preziose chiese storiche nel centro storico della città (Madonna dell’Umiltà, Santa Maria delle grazie più conosciuta come “chiesa del letto”, San Bartolomeo, San Giovanni Fuorcivitas, Sant’Andrea, Spirito Santo) e tre musei (quello Diocesano in Ripa del Sale, quello Capitolare nell’antico palazzo dei Vescovi, e quello diocesano nella sezione di Popiglio sulla montagna pistoiese). Coinvolti anche altri tre edifici sacri della diocesi: la chiesa di Vinci (Santa Croce), quella di Serravalle Pistoiese (Santo Stefano), quella sul San Baronto (Santi Baronto e Desiderio).In particolare – spiega don Simone Amidei che con il vescovo Mansueto Bianchi ha presentato questa mattina il progetto nel corso di una conferenza stampa – “Artegiovane intende promuovere una cultura di corresponsabilità nelle giovani generazioni verso ciò che fin da oggi informa la loro identità, caratterizza il contesto della loro appartenenza socio-culturale, dipana l’orizzonte futuro delle loro scelte, suggerisce lo sviluppo di una coscienza rispettosa degli altri e del proprio passato”.Lo scopo non è solo agevolare turisti e visitatori – contribuendo a mantenere aperti spazi sacri che, altrimenti, sarebbero quasi tutti destinati a rimanere chiusi – ma anche “guidare i ragazzi a una maggiore consapevolezza sull’enorme patrimonio storico che li circonda, sensibilizzarli verso il suo valore e la necessaria tutela” fornendo anche un importante contributo per mentalità aperte e disponibili al dialogo.