Un anno con Francesco
Il 13 marzo 2013 i cardinali eleggevano come successore di Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio, che ha preso il nome di Francesco. Dalla visita a Lampedusa, alla partecipazione alla Gmg, dalla «Lumen gentium» redatta a quattro mani con il predecessore all’«Evangelii Gaudium», dall’appello per la pace in Siria alla nomina del consiglio dei cardinali. Gesti, parole, visite, incontri, documenti, decisioni.... Ecco le tappe più significative di un anno che sta cambiando la Chiesa

Fin dal primo istante di pontificato, quel 13 aprile di un anno fa, Jorge Mario Bergoglio ha stupito il mondo. A partire dal nome scelto. Prima di lui nessuno aveva osato chiamarsi Francesco. Nonostante che da oltre sette secoli sia il santo più amato dai cattolici. «Non dimenticarti dei poveri», gli aveva detto il francescano Hummes subito dopo l’elezione. Quattro giorni più tardi sarà lo stesso Papa a raccontarlo ai seimila giornalisti accreditati: «Quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri... Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi... Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!». È anche il primo Papa non europeo da 1.200 anni. Il primo gesuita. Il primo a convivere con il suo predecessore in Vaticano.
Un pontificato caratterizzato fin dall’inizio da gesti semplici, spontanei, che «spiazzano» la Curia romana e gli stessi commentatori. Comincia con la rinuncia – al momento della vestizione – alla mozzetta bordata di pelliccia e alla croce pettorale d’oro, per tenersi quella di ferro che aveva sempre portato da vescovo. Poi rifiuta di sedersi sul trono per l’omaggio dei cardinali. È lui che va incontro a loro, abbracciando per primo il cardinale indiano Ivan Dias, malato e in sedia a rotelle. Quindi saluta con un familiare «Fratelli e sorelle, buonasera!» affacciandosi dalla Loggia Vaticana. Dopo la benedizione, che Francesco dà e poi col capo chino riceve in silenzio dal popolo, la berlina targata SCV1 lo attende per portarlo a Santa Marta, ma lui sceglie di salire nel pulmino assieme agli altri cardinali. Cena con loro come nei giorni precedenti e poi rientra nella sua stanza, la 207, in quella residenza che sceglierà come sua casa, per poter rimanere in mezzo alla gente.
Il primo gesto pubblico da Papa è l’uscita alle 8 del mattino del 14 aprile per un’omaggio all’Icona della Salus Populi Romani in Santa Maria Maggiore. Al ritorno chiede di fermarsi alla reception della Casa del Clero di via della Scrofa, dove aveva alloggiato prima del Conclave. La foto del Papa che paga il conto dell’albergo, come una qualsiasi persona, fa il giro del mondo. Poi la lavanda dei piedi ai giovani carcerati, la scelta di Lampedusa per la sua prima visita pastorale, senza autorità e senza seguito. Le intense giornate di Rio; la veglia di preghiera per la pace in Siria; la visita alla tomba del poverello di Assisi; gli incontri nelle parrocchie romane. È tutto un susseguirsi di gesti, mai fini a se stessi ma capaci di sintetizzare e trasmettere un messaggio. Perché a lui piace ricordare – come ebbe a dire ai partecipanti al Convegno catechistico internazionale, «quello che san Francesco di Assisi diceva ai suoi frati: “Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole”. Le parole vengono… ma prima la testimonianza: che la gente veda nella nostra vita il Vangelo, possa leggere il Vangelo». Perché i Pastori, per Francesco, devono certo saper stare «davanti al gregge per indicare la strada», ma «anche in mezzo al gregge per mantenerlo unito» e «dietro al gregge per evitare che qualcuno rimanga indietro e perché lo stesso gregge ha, per così dire, il fiuto nel trovare la strada». La gente, anche quella più lontana dalla Chiesa, sente che lui ha «l’odore delle pecore».
Da Francesco in questo anno non sono arrivati solo gesti, ovviamente. Ma anche parole che vanno sempre dritte al cuore. Come nelle semplici omelie a braccio che tiene ogni mattina nella Messa a Santa Marta. Come negli Angelus domenicali o nelle udienze generali del mercoledì, quasi sempre integrate a braccio, rispetto al testo scritto. Ma anche in un documento di grande spessore come l’Esortazione «Evangelii gaudium», che riassume la sua visione di Chiesa. E infine decisioni, che stanno cambiando anche il volto della Curia romana. Come la riforma dello Ior e la creazione di un Consiglio dei cardinali, provenienti da tutto il mondo per affiancarlo e consigliarlo.
Uno «stile» che ha sorpreso il mondo
13 marzo 2013
Appena eletto si presenta con un semplice «Fratelli e sorelle, buonasera!»; poi china il capo per ricevere la benedizione del popolo
14 marzo
La prima uscita è alle 8 del primo giorno da Papa per rendere omaggio alla Vergine nella Basilica di S. Maria Maggiore, luogo che ha poi visitato ben sette volte; alle 17 presiede la «Messa per la Chiesa» nella Sistina con i 115 cardinali elettori e nell’omelia usa tre verbi: «Camminare, edificare, confessare».
16 marzo
Incontra i 6 mila giornalisti accreditati al Conclave. «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!», dice loro. E salutandoli compie un gesto inedito: impartisce una benedizione silenziosa «rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio».
17 marzo
Primo Angelus: il «Padre misericordioso mai si stanca di perdonarci»; anche noi dobbiamo imparare «ad essere misericordiosi con tutti».
19 marzo
Messa di inizio pontificato, davanti a migliaia di fedeli e a 130 delegazioni da tutto il mondo: «Non abbiate paura della bontà» è il messaggio che lancia durante l’omelia. Attorno a lui ha voluto i frati francescani della Verna.
22 marzo
Celebra la Messa nella cappella della residenza Santa Marta (dove ha scelto di abitare) per i giardinieri e i netturbini del vaticano. Sarà l’inizio di un appuntamento mattutino diventato quotidiano. E ogni volta tiene una breve omelia che viene poi diffusa.
23 marzo
Si reca a Castel Gandolfo per incontrare Benedetto: primo commovente abbraccio tra i due Successori di Pietro.
27 marzo
Prima udienza generale in piazza San Pietro: per seguire Cristo, bisogna «uscire da se stessi», «dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono per chiudere l’orizzonte dell’azione creativa di Dio»
28 marzo
Nel Giovedì Santo, Francesco lava i piedi a 12 giovani detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo (leggi).
13 aprile
Francesco annuncia di aver nominato un gruppo di 8 cardinali da tutto il mondo per aiutarlo nel governo della Chiesa e studiare un progetto di riforma della Curia.
2 maggio
Francesco accoglie Benedetto XVI al suo arrivo in Vaticano, nella nuova residenza del monastero «Mater Ecclesiae».
8 maggio
Incontrando le delegate dell’Unione internazionale superiori generali dice loro: «La consacrata è madre, deve essere madre e non zitella».
18 maggio
Veglia di Pentecoste in piazza San Pietro con 200 mila persone per la giornata dei movimenti ecclesiali. «Siete pronti a vivere e morire nella fede?», chiede loro il Papa (leggi).
21 maggio
Visita in Vaticano la Casa di accoglienza gestita dalle Missionarie della Carità
23 maggio
Presiede la solenne Professione di Fede dell’Episcopato italiano, riunito nella 65ª Assemblea generale. Rivolge loro l’invito ad essere pastori «innanzi, in mezzo e dietro al gregge».
26 maggio
Prima visita pastorale ad una parrocchia romana, quella dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Prima Porta, dove distribuisce la prima Comunione ad un gruppo di bambini. Al parroco dice: «la realtà si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie».
2 giugno
La sera presiede un’ora di adorazione eucaristica in piazza San Pietro, adorazione che si tiene in contemporanea in tutte le cattedrali del mondo.
23 giugno
Alla Stazione ferroviaria vaticana incontra più di trecento bambini, provenienti da case famiglia, istituti, associazioni, arrivati con uno speciale treno.
26 giugno
Istituisce una Commissione per raccogliere informazioni sullo Ior in vista di una sua riforma
5 luglio
Pubblica l’enciclica «Lumen fidei» che completa quelle su carità e speranza di Benedetto XVI completando il testo già «quasi completato» da Ratzinger. Firma decreto di canonizzazione per due suoi predecessori, già beati: Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.
8 luglio
Per la prima visita pastorale sceglie l’isola di Lampedusa, simbolo delle tragedie del mare. Getta in mare una corona di fiori per ricordare le migliaia di migranti che, cercando la speranza di una vita migliore, hanno trovato la morte. Grida forte il suo «no alla globalizzazione dell’indifferenza».
11 luglio
Motu proprio con cui riforma il sistema penale vaticano.
19 luglio
Istituisce una «Pontificia commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede».
23-28 luglio
Viaggio in Brasile per la Gmg. Quattro gli appuntamenti espressamente voluti dal Pontefice, oltre quelli tipici della Gmg: il pellegrinaggio al santuario di Aparecida, la visita alla favela di Varginha, la tappa all’ospedale São Francisco de Assis, l’incontro con il Comitato del Celam. «Non ho né oro né argento, porto Gesù Cristo», dice al suo arrivo in Brasile.
8 agosto
Istituzione di un Comitato di Sicurezza Finanziaria, per prevenzione e contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e della proliferazione di armi di distruzione di massa.
25 agosto
All’Angelus appello per la Siria: «Si fermi il rumore delle armi»
28 agosto
Al termine dell’udienza generale Francesco accetta di farsi riprendere in un selfie con alcuni ragazzi: l’immagine dilagherà sui social network
31 agosto
Francesco nomina mons. Pietro Parolin, 58 anni nuovo Segretario di Stato.
1° settembre
All’Angelus nuovo appello per la Siria e indice per il 7 settembre «una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria e nel Medio Oriente e nel mondo intero».
5 settembre
Rivolge «un sentito appello» a Vladimir Putin, in occasione del G20, perché si rinunci ad «ogni vana pretesa di una soluzione militare» in Siria.
7 settembre
100 mila persone e tanti esponenti di altre Chiese e fedi per la veglia di preghiera per la pace in Siria in piazza San Pietro: «Mai più la guerra! Finisca il rumore delle armi!», invoca il Papa.
10 settembre
In visita al Centro Astalli (Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia): lancia un monito: «I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi», vanno aperti all’accoglienza di chi ha bisogno.
20 settembre
Esce sulle riviste dei Gesuiti, a firma di Antonio Spadaro una lunga intervista a Francesco in cui traccia un identikit inedito di se stesso, analizza il ruolo della Chiesa oggi e indica le priorità dell’azione pastorale.
22 settembre
Visita pastorale a Cagliari per un omaggio alla Vergine nel santuario di Nostra Signora di Bonaria. «Senza lavoro non c’è dignità, l’idolo del denaro non comandi l’economia» dirà nell’incontro con il mondo del lavoro.
30 settembre
Istituisce il Consiglio dei cardinali annunciato il 13 aprile, per «Aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale e studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana». Dal 1° al 3 ottobre la prima riunione.
3 ottobre
Dopo il naufragio di un barcone di profughi nel mare davanti a Lampedusa Francesco commenta: «È una vergogna!»
4 ottobre
Visita pastorale ad Assisi con tappe in dodici luoghi francescani. «La pace di Francesco non è un sentimento sdolcinato», dirà nella Messa. La Chiesa, dirà ancora, deve spogliarsi «dello spirito del mondo, che è la lebbra, il cancro della società». Poi il «no ai cristiani da pasticceria».
26 ottobre
Incontra in piazza San Pietro le famiglie, provenienti da tutto il mondo: «Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia».
6 novembre
Al termine dell’Udienza, accarezza e bacia il volto sfigurato di Vinicio, un uomo affetto dal terribile morbo della neurofibromatosi
13 novembre
All’udienza generale assegna un compito ai fedeli: cercare la data del proprio battesimo
14 novembre
Piena collaborazione tra Stato e Chiesa nella visita di Francesco al presidente Giorgio Napolitano al Quirinale.
17 novembre
All’Angelus, fa distribuire ai fedeli la «Misericordina», confezionata come in un medicinale e composta da un rosario, un’immagine della Divina Misericordia e un bugiardino con posologia e istruzioni d’uso.
21 novembre
Nella giornata «Pro Orantibus», visita il monastero delle Monache Camaldolesi all’Aventino.
24 novembre
Davanti a 60 mila fedeli chiude l’Anno della fede e consegna l’Esortazione «Evangelii gaudium» (La gioia del Vangelo) che verrà poi presentata il 26 novembre.
29 novembre
Annuncia che il 2015 sarà un anno dedicato alla vita consacrata.
5 dicembre
Istituisce una Commissione per la protezioni dei fanciulli, per la prevenzione degli abusi.
8 dicembre
Nel tradizionale omaggio all’Immacolata in piazza di Spagna dice: «Il grido dei poveri non ci lasci indifferenti»
10 dicembre
Con un videomessaggio lancia l’iniziativa della Caritas internazionale contro la fame e lo spreco di cibo.
14 dicembre
Visita il dispensario S. Marta in Vaticano e saluta i bambini e le mamme
17 dicembre
Festeggia il 77° compleanno, invitando alla Messa tre clochard che vivono nelle vicinanze del Vaticano
21 dicembre
Negli auguri natalizi chiede alla Curia romana professionalità, servizio, santità, ma soprattutto sobiezione di coscienza alle chiacchiere». All’ospedale pediatrico «Bambino Gesù» incontra da solo i bambini ricoverati: saranno tre ore di abbracci, strette di mano e sorrisi.
25 dicembre
Lasciamoci riscaldare il cuore dalla tenerezza di Dio che si è fatto bambino: è l’invito del Messaggio «Urbi et Orbi»
1° gennaio 2014
Nella Giornata mondiale per la pace, auspica che «il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri».
5 gennaio
All’Angelus Francesco annuncia che sarà in Terra Santa dal 24 al 26 maggio 2014 a 50 anni dallo storico incontro tra Paolo VI e il patriarca Atenagora
12 gennaio
All’Angelus annuncia 16 nuovi cardinali per il Concistoro del 22 febbraio. Tra loro due toscani: mons. Gualtiero Bassetti e mons. Lorenzo Baldisseri.
14 gennaio
Ricevendo il Corpo diplomatico accreditato passa in rassegna le difficoltà e le crisi umanitarie e sociali che permangono nei diversi continenti e invitatoa ad aprirsi alla cultura dell’incontro.
14 febbraio
Nella festa di San Valentino, incontra in piazza San Pietro più di 10 mila coppie di fidanzati e li invita a non aver paura del «per sempre».
17-19 febbraio
Incontra il Consiglio di cardinali.
20 febbraio
Difendere e valorizzare la famiglia. È il compito che indica ai cardinali nel Concistoro straordinario, convocato in vista del Sinodo sulla famiglia di ottobre.
22 febbraio
Invita al Concistoro pubblico in San Pietro Benedetto XVI. Quando Francesco gli va incontro Benedetto, con grande umiltà, si toglie lo zucchetto in segno di riverenza.
23 febbraio
«Il Cardinale entra nella Chiesa di Roma, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze». È l’esortazione rivolta ai nuovi cardinali nella Messa celebrata con loro in San Pietro.
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