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AFGHANISTAN: AL VIA A ROMA CONFERENZA INTERNAZIONALE SOCIETÀ CIVILE

(ASCA) – Si è aperta oggi a Roma, presso la sede del Cnel, la prima Conferenza Internazionale delle Organizzazioni della società civile afgana. Alla conferenza hanno partecipato ventuno delegati di Organizzazioni della società civile afgana (sindacati, Ong, associazioni culturali, network di donne) ospitati da Afgana, rete italiana di giornalisti, accademici e organizzazioni sociali italiane, in collaborazione con la Ong italiana Intersos, parte della rete Link2007, si legge in una nota. La Conferenza internazionale è il seguito di quella tenuta a Kabul il 30 e 31 marzo, nell’ambito del progetto “Rafforzare la società civile afgana”, promosso da Afgana e Intersos con un finanziamento della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri, rappresentata oggi dal direttore generale Elisabetta Belloni. Alle 16 di oggi la delegazione afgana verrà ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, precisa la nota. Nel primo giorno di lavori sono stati trattati differenti temi: dalla situazione regionale alla questione della rappresentatività della società civile afgana; dal ruolo delle donne a quello dei sindacati, dalla giustizia transizionale al ruolo dei media indipendenti e delle organizzazioni tradizionali. L’obiettivo dell’intero percorso è quello di rafforzare il ruolo e la capacità delle Organizzazioni della società civile afgana per consentirne la piena partecipazione nel processo di decisione politica e di pacificazione in corso nel paese. “La presenza a Roma di tanti rappresentanti della Società civile afgana vuole dimostrare che l’Afghanistan non può essere ridotto alla schematica divisione tra talebani, governo e forze militari internazionali – ha detto Emanuela Giordana, portavoce di Afgana -. Il messaggio che da questa conferenza verrà rilanciato, seguendo le conclusioni di quella tenuta a Kabul poche settimane fa, è che le Organizzazioni della societa civile afgana temono che il Paese venga di nuovo abbandonato, quando le truppe internazionali saranno ritirate”. “Con il rischio che l’Afghanistan precipiti di nuovo in un caos mascherato da processo di riconciliazione”, ha spiegato. “Siamo qui per esprimere alcune valutazioni e presentare all’Italia e agli altri paesi europei una serie di motivi di preoccupazione per il futuro del nostro Paese. – ha detto Najiba Ayubi, del Comitato afgano che ha organizzato le due conferenze -. Sono le valutazioni e le preoccupazioni che abbiamo riassunto nei punti conclusivi della conferenza di Kabul e che riguardano il ruolo delle organizzazioni della società civile nella costruzione di una democrazia che non si limiti alla facciata”. “Siamo convinti che senza la partecipazione critica e attiva delle organizzazioni della società civile non possano essere effettivamente realizzati quei principi di trasparenza, responsabilità, coinvolgimento dei cittadini, rispetto di diritti umani, rispetto dei diritti delle donne, giustizia, sviluppo economico e sociale che sono le premesse indispensabili per un’autentica pace”, ha continuato. “Per noi questa Conferenza internazionale rappresenta la positiva conclusione di un lungo cammino di partnership con le organizzazioni afgane che ha visto rafforzarsi i legami e la comprensione reciproca – ha detto Nino Sergi, presidente di Intersos -. Ma rappresenta anche l’inizio di una nuova fase che punterà, nel 2012, al loro sostegno soprattutto a livello provinciale grazie a programmi di formazione, scambi di esperienze e al consolidamento delle loro reti aggregative”.