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BENIGNI A FIRENZE: RICEVUTA CITTADINANZA ONORARIA DA RENZI. IL VIDEO: “QUANDO TU SARAI PREMIER, IO FARO’ IL SINDACO”

“Caro Renzi, ma ti candidi o no per le primarie? Devi dircelo, così se si libera il posto io vengo a fare il sindaco di Firenze. Tanto ora i comici vanno di moda”. Roberto Benigni ha ricevuto, questa mattina, la cittadinanza onoraria di Firenze (che gli era stata attribuita 13 anni fa, in occasione della vittoria dell’Oscar con La vita è bella) e la cerimonia in Palazzo Vecchio è stata l’occasione per una quindicina di minuti di discorso a tutto campo.

A partire dal Governo: ”Sono qui nel Salone dei Cinquecento secondo l’Inps, secondo la Fornero Salone dei 50”, esordisce con un riferimento alla polemica sugli esodati. E poi le primarie del Pd: ”Renzi mi ha dato la cittadinanza onoraria perché ci sono le primarie. Ora sono cittadino di Firenze, quindi devo votare a Firenze. Tra una settimana sono a Bologna e Bersani mi ha dato la cittadinanza di Bologna”. E a proposito della candidatura di Renzi, secondo Benigni anche Balotelli nella partita contro la Spagna, in occasione del gol mancato, “invece di tirare in porta pensava: ma Renzi si candida o no?”

Benigni ha dichiarato tutto il suo onore di essere cittadino fiorentino, la città del più grande artista (Michelangelo), del più grande poeta (Dante), “anche del sindaco più onesto di tutti i tempi” ha detto, guardando Renzi e poi aggiungendo: “penso a Giorgio La Pira…”

Un pensiero a Dante, e al nuovo ciclo di letture dantesche che inaugurerà proprio a Firenze, in piazza Santa Croce, dal 20 luglio, con alcuni canti dell’Inferno: dove si racconta di governanti corrotti, banchieri che praticano l’usura… “roba da medioevo, oggi non ci si crede” ha commentato tra le risate generali. E se il suo lavoro su Dante è l’occasione per ricevere la cittadinanza fiorentina, ha affermato, “oltre a Dante Alighieri sono vent’anni che parlo anche di un’altra persona ma da Arcore non è mai arrivato niente”.

Un pensiero più “serio” lo ha voluto dedicare alle popolazioni colpite dal terremoto e al tema del lavoro: “Il lavoro sta venendo un po’ meno, questa è la cosa che intristisce di più”. Secondo Benigni, il lavoro “’dovrebbe essere il primo punto del programma di ogni progetto politico: amare il proprio lavoro e far sì che si ami il proprio lavoro”. “In questo momento politico e’ importante pensare al lavoro – ha aggiunto – e il lavoro non è solo la ricompensa della busta paga: dentro la busta paga c’è un’altra ricompensa, più misteriosa, più segreta: troviamo noi stessi, la nostra identità”.

Partendo da Dante, è arrivato anche a parlare di Gesù, che “dai dieci comandamenti ne tira fuori uno, Ama il prossimo tuo come te stesso, e lo mette in evidenza. Ma la cosa più difficile non è amare il prossimo, è amare se stessi”. E di fronte agli applausi che hanno sottolineato questa frase ha commentato: “Non applaudite me, applaudite Gesù”.

 

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