Italia

«Bossi-Fini», i «pro» e i «contro»

Una legge «che ci fa vergognare di essere italiani», come ha dichiarato padre Alex Zanotelli, o una norma improntata «alla vera accoglienza, alla vera integrazione unita alla fermezza e alla lotta reale alla clandestinità», come ha commentato il voto definitivo alla «Bossi-Fini» il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani? La nuova legge sull’immigrazione, approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 11 luglio con 146 voti favorevoli, 89 contrari e tre astenuti, continua a far discutere e a dividere non solo le forze politiche ma anche la società civile. È di pochi giorni fa un velenoso editoriale di Francesco Merlo sulla prima pagina del «Corriere della Sera» nel quale si dipinge mons. Antonio Cantisani, arcivescovo di Catanzaro come «il crociato della Mecca italiana» uno che «vuole la jihad cattolica» invitando la gente ad «odiare questa legge ripugnante», solo per aver espresso in una sua omelia delle critiche alla legge.Pronta la replica dell’arcivescovo e della stessa Fondazione Migrantes, che Cantisano ha presieduto per tanti anni: «non ho mai pronunciato la parola “odio” né suggerito la disobbedienza. Anzi, proprio in quell’omelia contestata aveva detto: “ormai la legge c’è e da buoni cittadini se ne deve prendere atto, anche se da buoni democratici si può continuare a chiedere, a premere, a proporre perché qualche pezzo dell’articolato cambi e non nei secoli futuri”.Certo mons. Cantisano, come del resto gran parte del mondo cattolico che vive ogni giorno sulla frontiera dell’accoglienza, ha molte riserve su questa legge, soprattutto – sono ancora sue parole –«perché accetta gli immigrati finché hanno un lavoro e li scaccia, appena lo perdono» e perché «non dà una regolamentazione adeguata al diritto d’asilo». Ma dobbiamo anche riconoscere che l’esigenza di regolamentare meglio il fenomeno è ampiamente sentita nell’opinione pubblica, anche tra i cattolici. Nessuna legge è perfetta ed un giudizio vero può esser dato solo dopo un certo periodo di applicazione. L’importante è superare gli slogan, cercare di ragionare sui problemi, tenendo conto che su temi così complessi nessuno può millantare facili ricette. Per questo, oltre a dar conto delle novità introdotte dalla «Bossi-Fini» abbiamo chiesto a due noti parlamentari toscani, la senatrice di Forza Italia Grazia Sestini, che è anche sottosegretario al lavoro, alla salute e alle politiche sociali e l’onorevole Rosy Bindi, eletta nelle file dell’Ulivo e responsabile per la Margherita delle politiche sociali, di spiegare le ragioni del «sì» e quelle del «no» alla legge.C.T. • Grazia Sestini, perché «sì»: l’integrazione nasce da lavoro e alloggio• Rosy Bindi: perché «no»: sicurezza e accoglienza sono adesso più difficili• La replica della Migrantes all’articolo del Corriere della Sera• Immigrazione, la Caritas boccia la nuova legge• La nuova legge sull’immigrazione («Bossi-Fini»)• Sei favorevole o contrario alla nuova legge? Vai al Sondaggio