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COMMERCIO ARMI: ACLI E PAX CHRISTI, IL SENATO NON CEDA AI MERCANTI DI MORTE

Un appello “alla coscienza civile e politica dei senatori” affinché non stravolgano una legge “che si è rivelata efficace per sconfiggere le lobbies dei mercanti di morte”. A rivolgerlo sono le Acli e Pax Crhisti, che oggi partecipano al “sit in” in programma davanti a Palazzo Madama “per lanciare – si legge in una nota delle Acli – un ultimo accorato appello alla coscienza civile e politica dei senatori affinché non usino l’alibi della ratifica dell’accordo di Farnbourough per stravolgere una legge qualificata che dovrebbe anzi essere proposta ai legislatori degli altri Paesi europei”. “Trasparenza di tutte le transazioni bancarie, comprese quelle per le componenti di armamento trasferite sotto le cosiddette ‘licenze globali di progetto’, e garanzia di conoscere chi sarà l’ultimo destinatario delle armi costruire, sempre secondo le ‘licenze globali di progetto’ da consorzi di imprese di diversi paesi”, solo alcuni dei quali legati dall’accordo europeo di Farnbourough. Queste, secondo le Acli, le “garanzie irrinunciabili” chieste dalla campagna “Contro i Mercanti di Armi: Difendiamo la 185” (che raggruppa decine di organizzazioni del volontariato laico e cattolico in Italia) perché “la ratifica dell’accordo europeo non i trasformi in un pericoloso cedimento sul piano della sicurezza e sulla trasparenza del commercio delle armi. Anche Pax Christi, in un comunicato, manifesta il suo “profondo dissenso” sull’esito dell’iter parlamentare sulla ratifica dell’Accordo di Farnbourough “sulle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell’industria europea per la difesa”, con il quale “si introducono sostanziali modifiche” alla legge italiana 185/90 relativa alla produzione ed al commercio delle armi. “L’indicazione di voto della maggioranza – si legge nella nota – dimostra come la logica imprenditoriale dei produttori di armi prevalga ancora una volta sulle ragioni della politica”. “Proprio in queste ore così decisive per la pace, in cui la parola ‘disarmo’ campeggia come priorità per la sicurezza mondiale – aggiungono le Acli – la garanzia che il Parlamento deve offrire ai cittadini italiani è che le armi o loro componenti costruite nelle nostre industrie non vengano utilizzate in atti di terrorismo o in conflitti aperti fuori dagli accordi internazionali sulla sicurezza”. Sir