Italia

Camera: Laura Boldrini nuovo presidente

Nata a Macerata il 28 aprile 1961, Laura Boldrini si è laureata in Giurisprudenza a Roma nel 1985 e, dopo una breve esperienza in Rai, ha iniziato nel 1989 la sua carriera all’Onu, lavorando per quattro anni alla Fao. Dal 1993 al 1998 si è occupata del Programma alimentare mondiale (Wfp) come portavoce per l’Italia e dal 1998 al 2012 è stata portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati per il quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa. Si è occupata in particolare dei flussi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo. Ha svolto numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda.

Occuparsi degli “ultimi” e delle sofferenze sociali, facendo tornare la politica al ruolo originario che è quello di tutelare diritti e dare ordine alla società in modo “sobrio e trasparente”. Laura Boldrini, neo presidente della Camera, nel suo discorso di investitura, applaudito dai vari settori dell’Emiciclo, abbozza un programma di lavoro impegnativo.

Inizia con un ringraziamento “per l’alto compito affidatomi di presiedere i lavori di questa Assemblea”. Immediatamente dopo arriva il saluto “rispettoso e riconoscente” al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “che è custode rigoroso dell’unità del Paese e dei valori della Costituzione repubblicana”.

Poi ancora i saluti al presidente della Corte costituzionale e al presidente del Consiglio. “Faccio gli auguri a voi tutti – prosegue rivolto ai deputati – soprattutto ai più giovani, a chi siede per la prima volta in questa Aula. Sono sicura che in un momento così difficile per il nostro Paese, insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane”. Segue un ringraziamento al predecessore Gianfranco Fini.

La neo presidente della Camera dà subito un tono innovativo al suo discorso segnalando la propria esperienza e competenza in altri ruoli istituzionali importanti nell’ambito dell’Onu: “Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e a rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. è una esprienza che mi accompagnerà sempre e che oggi metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno”.

Boldrini ci tiene a sottolineare i soggetti sociali a cui intende rivolgersi. “Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze – dice – dovremo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. In questa Aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo. Quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale”. La presidente della Camera parla rivolgendosi ai giovani: “Una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà costretta spesso a portare i propri talenti lontanti dall’Italia”. Tocca subito dopo un tema molto sentito: “Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento”.

La neopresidente non ha intenzione di dimenticare gli “ultimi”nel suo nuovo incarico: “Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza e l’aiuto per rialzarsi. Ai tanti detenuti che oggi vivono una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunciato la Corte europea per i diritti dell’uomo. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire anche l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti ‘esodatì che nessuno di noi ha dimenticato”. Boldrini cita pure gli imprenditori in sofferenza per la crisi, i pensionati, le vittime dei recenti terremoti e chi ogni giorno “subisce gli effetti della scarsa cura del territorio”.

La presidente della Camera invita i suoi colleghi a sprovincializzare la politica italiana: “Dovremo inmparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano con l’intensità e lo stupore di un bambino. Con la ricchezza interiore di un disabile. Questi diritti sono stati scritti fuori di qui, liberando l’Italia dal fascismo. Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per questa democrazia”. Un passaggio del discorso ricorda il sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta che proprio il 16 marzo del 1978 vennero attaccati da un commando terrorista.

Boldrini batte nuovamente sul tasto di un Parlamento largamente rinnovato che deve sfidare l’antipolitica: “Scrolliamoci di dosso ogni indugio, ridiamo piena dignità alla nostra istituzione, alla centralità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la Casa della buona politica. La politica deve tornare a essere speranza, servizio, passione. Rendiamo il Parlamento e il nostro lavoro trasparenti con la sobrietà che dobbiamo agli italiani. Sarò la presidente di tutti, anche di chi non mi ha votato. Dovremo impegnarci ad avvicinare i cittadini alla sfida europea, a un progetto che sappia recuperare fino in fondo la missione che fu pensata con lungimiranza da Altiero Spinelli”.

Non poteva mancare infine un saluto deferente a papa Francesco: “Anche i protagonisti della vita spirituale e religiosa ci spronano a osare di più. Per questo abbiamo accolto con gioia i gesti e le parole del nuovo Pontefice venuto significativamente dalla ‘fine del mondo’. A papa Francesco il saluto carico di speranza di tutti noi”.