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Come gestire la rete? Forum Onu ad Atene

“Il governo di Internet al servizio dello sviluppo”: è il tema del Forum sulla “governance” di Internet, promosso dall’Onu (Atene, 30 ottobre – 2 novembre). Si tratta di un’iniziativa avviata dal segretario generale delle Nazioni Unite a seguito del Summit mondiale sulla società dell’informazione (World Summit on Information Society, WSIS), tenutosi a Tunisi, nel novembre 2005. Quello di Atene è il primo dei 5 Forum previsti durante il Summit di Tunisi. Il prossimo si terrà in Brasile tra un anno. Alla riunione prendono parte esponenti governativi, rappresentanti del settore privato e membri della società civile, tra cui docenti universitari ed esperti informatici. L’agenda dei lavori comprende quattro tematiche principali: apertura (libertà di espressione, libera circolazione dell’informazione, delle idee e delle conoscenze); sicurezza e stabilità della rete; diversità (promozione del multilinguismo e dei contenuti locali); accesso (connessione a Internet: politiche e costo).

Sul Forum abbiamo rivolto alcune domande a LAURA ABBA, del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), esperta di distribuzione di cultura e tecnologie Internet e membro del Comitato consultivo sulla governance di Internet, istituito dal ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione.

Quali gli obiettivi di questo Forum?

“Un primo obiettivo è comprendere che cosa si intende per Internet governance: quali aspetti del mondo Internet necessitano di una qualche forma di gestione, che richieda una collaborazione globale. Occorre non confondere la parola governance con un controllo della rete da parte dei governi; piuttosto si tratta di definire la gestione internazionale della rete attrav erso il coinvolgimento di tutte la parti interessate: utilizzatori, fornitori di servizi (quindi il settore privato), governi. Nel gergo utilizzato dalle Nazioni Unite si parla di approccio multi-stakeholder che sia rispettoso di una logica gestionale della rete che viene dal basso e non imposta dall’alto. È bene ricordare che il Forum è un consesso nel quale si confrontano posizioni e al più si emettono raccomandazioni, indirizzate alle organizzazioni coinvolte nella gestione della rete, al fine di migliorare il loro livello di collaborazione, nell’interesse di tutti”.

Quale il contributo dell’Italia per il Forum di Atene?

“In Italia si è aperto un confronto allo scopo di assicurare a tutti i cittadini interessati la possibilità di contribuire al dibattito pubblico sulle grandi tematiche in discussione ad Atene. Dal 2 al 22 ottobre, si è svolta una consultazione pubblica virtuale: i risultati sono disponibili sul sito del ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione (www.innovazionepa.it). È possibile leggere i 53 contributi pervenuti, nonché le 4 relazioni predisposte dai membri del Comitato consultivo sulla governence di Internet. Il contributo del governo italiano riflette le considerazioni maturate dal suddetto Comitato”.

Al centro dei lavori del Forum anche il problema del digital divide, ossia il divario sulla qualità dei servizi Internet tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo…

“È indubbio che vi sia un divario sulla qualità dei servizi Internet tr a Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo (digital divide) ed è indubbio che la percentuale della popolazione che accede alla rete varia da oltre il 50% nei Paesi più sviluppati a percentuali inferiori al 5% in alcuni Paesi in via di sviluppo. Questo problema è centrale nei lavori del Forum. Gli sforzi che si stanno compiendo e che dovranno essere aumentati sono relativi a soluzioni tecniche per l’accesso alla rete, adatte per le realtà economiche dei Paesi in via di sviluppo, investimenti sul settore umano per dare a questi una capacità di organizzazione e autonomia gestionale e incremento del supporto economico da parte di chi se lo può permettere”.

Nei piani di azione dopo i vertici promossi dall’Onu a Ginevra (nel 2003) e a Tunisi (nel 2005), si è parlato di un’agenda di solidarietà digitale…

“Prendere impegni verbali è facile; raccogliere i fondi necessari per soddisfare gli impegni presi è un po’ più difficile; far in modo che i fondi siano spesi nella direzione di avvicinare l’obiettivo è ancora più difficile. Il bilancio è a pelle di leopardo: diverse organizzazioni internazionali stanno ottenendo dei risultati più tangibili e altre meno. La sensibilità a questi problemi va aumentando, fortunatamente anche presso diversi governi dei Paesi in via di sviluppo e questo non può che far migliorare le cose”. a cura di Vincenzo Corrado La schedaL’assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito, con la risoluzione 56/183 (21 dicembre 2001), il vertice mondiale sulla società dell’informazione (www.itu.int/wsis), per riflettere e agire sul futuro dell’“information technologies” e sulla diffusione delle nuove tecnologie nei Paesi in via di sviluppo. Il vertice è stato organizzato in due fasi: a Ginevra nel 2003 e a Tunisi nel 2005. I due incontri hanno coinvolto 19mila partecipanti, provenienti da 174 Paesi. A conclusione dei due incontri sono stati promulgati quattro documenti ufficiali (dichiarazione dei principi; piano di azione di Ginevra; impegno di Tunisi; agenda di Tunisi per la società dell’informazione). Tra le decisioni del vertice mondiale anche quella di convocare 5 Forum sulla “governance” di Internet. Il primo Forum è quello di Atene (www.igfgreece2006.gr ).