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#CongressoFidae2017: Diaco (Cei), dal 2012 sparite 881 paritarie. Ogni anno 30mila alunni in meno

A causa della situazione di difficoltà in cui si trovano ad operare le scuole cattoliche e gli istituti di formazione professionale di ispirazione cristiana, le federazioni e le associazioni che li rappresentano hanno assunto una posizione comune denunciando questa realtà e proponendo una serie di soluzioni complementari che possono porvi rimedio; dal costo standard, definito la via maestra, alle convenzioni. Lo ha detto Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale educazione, scuola e università (Unesu) della Cei, presentando il IX Rapporto del Cssc (Centro studi scuola cattolica) «Il valore della parità» all’assemblea nazionale della Fidae (Federazione istituti di attività educative), che si è aperta questo pomeriggio a Roma. Richiamando alcuni dati del Rapporto, Diaco evidenzia che negli ultimi quattro anni (dal 2012-13 al 2016-17) sono sparite 881 scuole: in media più di 200 all’anno. Per quanto riguarda il numero degli alunni di scuola paritaria, negli ultimi cinque anni (dal 2011-12 al 2016-17) sono crollati da 1.061.393 a 903.871, con un calo di 157.522 unità (cioè oltre 30.000 alunni in meno ogni anno). «Su questa dinamica – osserva – incide la crisi demografica generale, ma nelle scuole statali la perdita è di gran lunga inferiore: negli ultimi due anni, tra il 2014-15 e il 2016-17, sono infatti scomparsi 65.224 alunni di scuola statale (pari a -0,83%), mentre le scuole paritarie hanno perso 57.295 alunni (pari a -5,96%)». «Con questo andamento – conclude – l’incidenza percentuale degli alunni di scuola paritaria sul sistema nazionale scende in quattro anni dal 12,07% del 2011-12 al 10,37% del 2016-17 con una perdita di quasi due punti percentuali».

Senza un’effettiva parità scolastica, c’è «crisi di libertà educativa», ha detto Ernesto Diaco. Il calo delle scuole paritarie, e al loro interno di quelle cattoliche che costituiscono circa due terzi di tutto l’insieme – nell’anno scolastico 2016-17 scese a 8.322, con una perdita di ben 1.049 unità in soli sei anni – rivela secondo Diaco «una situazione di difficoltà che può dipendere da molti fattori, non ultima la crisi economica dell’ultimo decennio», ma soprattutto è «il segnale di una crisi di libertà educativa, se le scelte delle famiglie non sono determinate da una autonoma decisione ma dall’impossibilità materiale di affrontare i costi della scuola paritaria. Il valore della parità non si basa solo sui costi, ma certamente non possiamo neanche escludere la dimensione economica dalla nostra considerazione».