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DROGHE: DON CIOTTI (GRUPPO ABELE), SERVE PREVENZIONE E LOTTA AL NARCOTRAFFICO

A 35 anni dall’approvazione della legge 685 che riconobbe la tossicodipendenza come problema sociale, il Gruppo Abele invita ad una nuova riflessione, a partire dalle criticità, rompendo “quei silenzi, troppi nel nostro Paese, che hanno permesso una deriva dall’ambito sociale a quello penale”: lo ha detto oggi don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele, aprendo a Torino un convegno di approfondimento sulle dipendenze e i consumi di droga, a cui stanno partecipando oltre 400 iscritti da tutta Italia e 30 relatori. “Oggi viviamo una condizione di impoverimento non solo economico, dovuto dalla crisi – ha proseguito don Ciotti -, che ha accresciuto l’ansia e la disperazione nelle persone, ma anche sociale, etico e culturale”. “E’ necessario proseguire nell’ambito della prevenzione – ha concluso – perché questo mercato continuerà ad esistere finché ci sarà la domanda delle sostanze, ma la vera lotta, prima che alla droga, è al narcotraffico, a quei sistemi criminali che ingrassano sulla produzione e il consumo”. Tra i problemi messi in evidenza durante il convegno, la riduzione del fondo per il sociale, che si ripercuote sui servizi di accoglienza e sostegno sociale: i fondi destinati al sociale erano 2 miliardi 500 milioni, oggi 379 milioni di euro. “Questo nuovo modello di società – ha spiegato Leopoldo Grosso, vice presidente del Gruppo Abele – porta le persone a vivere in uno stato di ‘continuo sovraccarico’ e così cresce la richiesta di psicofarmaci e delle droghe da prestazione, con un significativo aumento dei consumi di cocaina a scapito dell’eroina. Un cambiamento che i narcotrafficanti hanno letto e assecondato, facendo della cocaina la nuova droga di massa, reperibile a prezzi bassi, oggi seconda per consumo solo alla cannabis tra le sostanze illegali”. Grosso ha ricordato che negli anni ’70, “prima della legge 685 per le persone tossicodipendenze l’alternativa era il carcere o l’ospedale psichiatrico. Ma già allora le comunità avevano dimostrato che era possibile emanciparsi dalla dipendenza”. Negli anni ’90 arrivò la prima modifica alla legge 685, che poneva l’accento sulla punizione dei consumatori. Il Gruppo Abele, insieme a molte altre realtà sociali, riuscì ad ottenere modifiche significative a questa legge, con stanziamenti di risorse per la cura e la prevenzione della tossicodipendenza. Negli anni ’90 è anche esploso l’Aids: fino al 1996 le persone tossicodipendenti morte per Aids furono 24mila, ovvero tanti quanti i tossicodipendenti morti per overdose. Da allora la medicina ha consentito di migliorare l’aspettativa di vita delle persone tossicodipendenti, che in quegli anni non superava i 40 anni.Sir