Italia

Decreto Salvini: Biffoni (Anci), «con le grandi concentrazioni di migranti si generano tensioni sui territori»

«Il decreto legge sicurezza e immigrazione è stato approvato in Consiglio dei ministri. Se il testo è lo stesso della settimana scorsa, il governo decide di ridimensionare il sistema di accoglienza dei Comuni a favore del sistema emergenziale dei centri di prima accoglienza. Come abbiamo avuto modo di dire altre volte, è una scelta che avrà ricadute sui territori: una maggiore concentrazione della presenza degli stranieri con l’effetto inevitabile di una difficoltà maggiore nella gestione dell’integrazione, e il venir meno della clausola di salvaguardia, quel criterio, cioè, che parametrando il numero di ospiti al numero di abitanti salvaguardava la convivenza degli uni e degli altri, questione centrale per i sindaci che della vivibilità dei territori sono primi garanti». Così Matteo Biffoni, delegato dell’Anci per l’immigrazione, commenta l’approvazione del Decreto Salvini che ha ricevuto oggi il via libera in Consiglio dei ministri.

Per Biffoni, «sono proprio i centri come i Cas ad aver creato più malcontento tra la popolazione, per l’eccessivo impatto sulle comunità e la mancanza di adeguati percorsi di integrazione. Non sono opinioni, sono fatti, puntualmente riportati dalla stampa». «Non comprendiamo il senso di questa scelta», prosegue il delegato Anci, evidenziando che «anche la revisione del sistema dei permessi umanitari, secondo noi, si sarebbe potuta effettuare ma tutelando i nuclei familiari, le categorie vulnerabili e infine condizionando la concessione a una reale volontà di integrazione». Biffoni rileva poi che sul sistema di accoglienza «il Governo ha deciso di andare avanti da solo. Di non parlare con i Comuni, che ad Anci hanno espresso in maniera inequivocabile tutta la loro preoccupazione, anche di tenuta dell’ordine pubblico, di insicurezza, di lacerazione della coesione sociale».

«Convocheremo sedute straordinarie della Commissione Immigrazione, poiché è necessario vigilare sugli effetti che il provvedimento può avere sui territori», conclude Biffoni: «Invitiamo i capigruppo parlamentari a venire, ad ascoltare quello che hanno da dire i sindaci. Siamo certi che ne potrà derivare un confronto costruttivo, che permetterà al Parlamento, in sede di conversione, di correggere scelte che metterebbero in grande difficoltà tutte le comunità locali».