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Emilia Romagna: sale a 9 il bilancio delle vittime, migliaia di persone senza casa e tante aziende in ginocchio

Tra le zone più colpite Faenza, Cesena, Forlì, alcune zone del Ravennate oltre a comuni più piccoli. Intanto è stato indetto un Consiglio dei ministri martedì 23 maggio per attuare provvedimenti a sostegno del territorio.

Finora sono stati oltre 3mila gli interventi eseguiti dai Carabinieri in Emilia Romagna per assicurare il soccorso alle popolazioni colpite dal maltempo degli ultimi giorni: 1.200 nella provincia di Bologna, oltre 500nella provincia di Forlì-Cesena, 1.400 nella provincia di Ravenna, un migliaio in quella di Rimini. Alle centrali operative sono state oltre 7.000 le richieste arrivate.

Nella notte ci sono stati numerosi nuovi allagamenti, in particolare nella zona di Ravenna. La frattura fra Reda e Fossolo ha sovraccaricato il Canale emiliano romagnolo e tutta la rete secondaria dei canali consortili, con l’acqua che ha invaso parti significative delle campagne: allagamenti a Russi, Godo, San Pancrazio e Villanova di Ravenna. Il centro storico di Lugo, nel ravennate, è sotto un metro d’acqua e gli allagamenti hanno raggiunto la Rocca estense che sorge nel centro cittadino.

Evacuazioni in corso anche a Castel Bolognese, sempre provincia di Ravenna, dove si è registrato un problema di assenza di acqua potabile. Il Comune ha emesso un ordine di evacuazione immediata a persone e aziende di Villanova di Ravenna, Filetto e Roncalceci, per rischio di allagamenti provocati dalla rottura del Lamone tra Reda e Fossolo.

Danni incalcolabili sono stati subiti dalle attività agricole e alle infrastrutture rurali. Lo dice la Coldiretti nazionale in merito agli effetti dell’alluvione in occasione del vertice con i ministri Nordio, Lollobrigida, Calderone, e i viceministri Bignami e Leo che si è svolto ieri, per concordare provvedimenti di sospensione degli obblighi in materia fiscale e contributiva e per i procedimenti giudiziari in aiuto alla Regione Emilia Romagna.

Gli allagamenti – sottolinea la Coldiretti – hanno devastato terreni a destinazione agricola di pregio con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive. Per Coldiretti la situazione è drammatica nelle aree rurali dove è più difficile l’arrivo dei soccorsi con aziende isolate da alluvioni, frane e smottamenti con coltivazioni devastaste e animali in pericolo.

“Adesso la priorità è mettere in salvo le vite umane ma da subito occorre partire con la ricostruzione di un sistema produttivo ed economico devastato dalla calamità – dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Chiediamo lo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti che crescono di ora in ora per le attività agricole. Gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio o la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”.