Italia

Giovani e lavoro: Coldiretti, 560mila imprese di under 35. Gli italiani i più intraprendenti nell’Ue

Nel solo 2018 sono state aperte circa 300 imprese al giorno. «La presenza di giovani – sottolinea Coldiretti – si estende a tutti i settori produttivi, dall’agricoltura all’artigianato, dall’industria al commercio fino ai servizi, ma quelle più gettonate sono, nell’ordine, commercio al dettaglio, attività di ristorazione, coltivazioni agricole e allevamento. In Italia, rivela lo studio, i giovani tra i 25 ed i 34 anni che hanno un lavoro autonomo sono il 90% in più della Spagna, il 60% in più della Germania, il 53% in più della Francia e in generale sono pari ad un quarto del totale dell’area euro, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Eurostat dalle quali emerge che i giovani italiani sono i più intraprendenti dell’Ue.

Se in Italia il 66,4% dei giovani tra 25 e 34 anni vive ancora con i genitori (media europea 50%), Coldiretti fa notare che questo fenomeno va visto anche in relazione con l’elevato numero di imprese familiari: «Da quasi il 60% nel mercato azionario italiano a circa il 90% in settori come l’agricoltura. Una specificità tutt’altro che negativa perché ha permesso il radicamento territoriale di molte attività imprenditoriali che altrimenti avrebbero rischiato la delocalizzazione». Famiglia inoltre come «punto di riferimento» e in molti casi «trampolino di lancio per consentire ai giovani di esprimere la propria creatività e intraprendenza». Sono ben altri, secondo il presidente Ettore Prandini, gli «ostacoli alla realizzazione delle nuove generazioni, costrette a confrontarsi con sistemi formativi spesso insufficienti, burocrazia impenetrabile nel rapporto con la PA, diffusa diffidenza nei confronti della giovane età che si ripercuote dai percorsi di carriera all’accesso al credito fino ai ritardi infrastrutturali del Paese che si traducono in un gap competitivo sul mercato globale». Le campagne, prosegue, «possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare un’occupazione anche temporanea nelle stalle o nei campi». Importante lavorare sull’integrazione tra scuola e mondo del lavoro. Per il presidente Coldiretti il ritorno dei voucher è stato un passo positivo «che va rafforzato con un maggiore impegno sulla semplificazione per consentire una integrazione al reddito a studenti, pensionati, cassintegrati e disoccupati anche beneficiari del reddito di cittadinanza».

Mentre importanti risorse nazionali sono state stanziate con il reddito di cittadinanza per accompagnare le nuove generazioni al lavoro, viene spento il sogno di diventare agricoltori di 23mila giovani che si sono visti respingere dalle Regioni il progetto di insediamento nelle campagne previsto dai piani di sviluppo rurale (Psr) finanziati dall’Ue. È quanto denuncia Coldiretti. Lo storico ritorno alla terra – sottolinea Coldiretti – ha portato 35mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura «ma ben 2 richieste su 3 (66%) non sono state accolte per colpa degli errori di programmazione della Amministrazioni regionali che ha portato ad una insufficiente assegnazione di risorse per i giovani nei Piani di sviluppo rurale (Psr), con peraltro il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles. Dallo stato di attuazione dei Psr aggiornato al 1 gennaio 2019 emerge infatti che l’utilizzo delle risorse comunitarie relativo al periodo 2014-2020 è stato pari ad appena il 29% del totale, un ritardo che rischia di togliere all’Italia stanziamenti importanti per la crescita». Ad aggravare la situazione – precisa Coldiretti – il fatto che il maggior numero delle domande presentate e non accolte si concentra nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia (Sicilia, Calabria, Basilicata, Sardegna, Campania e Puglia) dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani all’estero.

L’Italia con 56mila imprese agricole condotte da under 35 (sul totale delle 560mila imprese nazionali) è al vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali: trasformazione aziendale dei prodotti, vendita diretta, fattorie didattiche, agriasilo, attività ricreative, agricoltura sociale per inserimento disabili, detenuti e tossicodipendenti; sistemazione parchi, giardini, strade; agribenessere; produzione di energie rinnovabili. «Una opportunità – si legge nel documento – resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (n.228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali». Negli ultimi sette anni la facoltà di Agraria ha registrato un aumento del 14,5% delle iscrizioni, in netta controtendenza, nello stesso periodo, al calo generale del 6,8% degli universitari. «L’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale», afferma il presidente Ettore Prandini nel sottolineare che «le Istituzioni devono saper cogliere questo cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale anche ripensando la scala delle priorità negli interventi di politica economica».

Dai micro-ortaggi nell’orto del futuro ai capi di moda realizzati con tessuti anallergici ricavati dalla lana di alpaca allevati sotto casaAndrea Bocelli fino alla Spa delle api che offre l’esperienza unica di rilassarsi trascorrendo momenti indimenticabili tra le cellette dell’arnia sdraiati su un letto di fieno alpino, respirando i profumi dell’alveare. Sono solo alcune delle innovazioni contadine e start up del tutto originali che testimoniano le nuove idee dei giovani agricoltori, presentate oggi da Coldiretti all’open space sull’innovazione in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa con centinaia di ragazzi e ragazze provenienti da tutte le regioni. «C’è chi ha sperimentato con successo il primo grande fratello dei pascoli applicando sulle mucche uno speciale collare che monitora i loro movimenti mentre sono fuori – continua Coldiretti -; chi con coraggio e creatività ha cominciato a produrre la prima agri-birra terremotata antispreco realizzata a 1600 metri sulle montagne tra Amatrice e Leonessa utilizzando lo scarto del pane recuperato in giro per i paesi colpiti dal sisma». E ancora: l’intuizione del nuovo business della canapa, dal food al no food creato da un brillante imprenditore agricolo che partendo dalla pizza a base di farina di canapa è arrivato a produrre taralli, birra, friselle, pasta secca, orecchiette fino a bioplastica per stampanti 3D, liquori, tessuti, mattoni per la bioedilizia.