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IMMIGRATI PINAR: PARROCO DI LAMPEDUSA, DOMANI RITO FUNEBRE PER RAGAZZA NIGERIANA

Sarà celebrata domani nel cimitero di Lampedusa una preghiera per la sepoltura cristiana di Esat Ekos, la ragazza nigeriana di 18 anni incinta (ma non è ancora certo) annegata durante le operazioni di soccorso del mercantile turgo Pinar, oggetto di contenzioso tra Italia e Malta per decidere dove sarebbero dovuti sbarcare gli oltre 140 immigrati salvati dal Pinar. Lo dice oggi al SIR don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, che officierà il rito funebre, alla presenza del sindaco Bernardino De Rubeis e di poche altre persone. “Il fratello, che ora è nel centro di Caltanissetta, ha chiesto di celebrare i funerali – spiega don Nastasi – ma non siamo riusciti a capire se sia cattolica o pentecostale. Abbiamo chiesto agli altri dieci nigeriani che erano sulla nave, ora ospitati nella ex-base Loran, ma non è chiaro. Allora abbiamo deciso di fare semplicemente una preghiera cristiana. Verrà sepolta in terra”. Nel piccolo cimitero di Lampedusa sono una quindicina le misere tombe dei morti senza nome del Mediterraneo. “Mi auguro che il sacrificio di questa ragazza si trasformi in un segno di speranza per il futuro di questi popoli – dice don Nastasi -, e che la sua e quella di tanti altri migranti morti non sia una ‘vita a perdere’, ma una occasione per dare una speranza a questi popoli, ripensando l’accoglienza e gli interventi”.Gli altri dieci nigeriani del mercantile Pinar sono oggi in buone condizioni di salute, racconta il parroco di Lampedusa, “tranne uno che è ancora fuori di senno perché scioccato dalla paura”. “Abbiamo pregato con loro e ci hanno chiesto di portare delle Bibbie – dice -. Quasi sicuramente potranno fare richiesta di asilo”. In merito al contenzioso tra Italia e Malta (per quattro giorni nessuno dei due Paesi dava al cargo turco il permesso di attraccare, finché non ha ceduto domenica sera l’Italia per “motivi umanitari), secondo don Nastasi “la risposta dell’Italia è stata doverosa perché erano in condizioni veramente drammatiche”. Da tutta la vicenda, a suo avviso, “emerge la mancanza di una politica chiara a livello europeo. Oggi in Europa su questi temi la confusione regna sovrana. Ma ricordiamo che quanto successo in questi giorni potrebbe ripetersi di nuovo e altrove. Le regole del passato non servono più. C’è bisogno di regole nuove per tutto il Mediterraneo”.Sir