Italia

Il 17 aprile italiani al voto per il referendum sulle trivellazioni

Come al solito, la consultazione sarà valida solo se si recheranno alle urne il 50% più uno degli italiani.

Il referendum chiede di abrogare una norma del decreto legislativo n. 152 del 2006 («Norme in materia ambientale»), poi modificato dalla Legge di stabilità 2016. In buona sostanza, se il referendum raggiungesse il quorum e vincessero i «sì», verrebbe cancellata la possibilità per le società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo, fino all’esaurimento del giacimento (prima di questa norma le concessioni avevano durata trentennale).

Il testo del quesito è il seguente: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

Le concessioni attualmente in essere non verrebbero bloccate ma tornerebbero ad avere scadenza trentennale a partire dalla data del primo permesso ottenuto. Il referendum riguarda perciò soltanto 21 concessioni che si trovano entro questo limite: una in Veneto, due in Emilia-Romagna, uno nelle Marche, tre in Puglia, cinque in Calabria, due in Basilicata e sette in Sicilia.

Nuove trivellazioni entro le 12 miglia sono comunque già adesso proibite, proprio da quel decreto legislativo n. 152, mentre al di là delle 12 miglia continuerebbero ad essere possibili anche con la vittoria dei «sì».

Il sito del comitato per il sì al referendum del 17 aprile

Il Dossier di Legambiente (a favore del sì)