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LEGGE 194: CAV UMBRIA, ABORTO TRA LE MINORENNI “NON E’ UN CASO ISOLATO”

“Al di là dei risvolti polemici e ideologizzati, ci colpisce come ancora una volta la questione sia stata vista solo da un punto di vista, trascurando le varie altre possibili soluzioni che si trovavano a monte del problema”. E’ il commento di Vincenzo Silvestrelli, presidente della Federazione Umbra del Movimento per la Vita, al ricorso presentato alla Consulta della Corte Costituzionale dal Giudice Tutelare del Tribunale di Spoleto, dopo il rifiuto opposto dal Giudice ad una minorenne che – avvalendosi dell’art. 4 della legge 194 – si era rivolta ad un consultorio per richiedere di abortire senza informare i genitori della sua decisione. “Non è un caso isolato che una minorenne richieda l’aborto”, afferma Silvestrelli in una nota, ricordando che in Umbria sono state 46 le Ivg praticate nel 2010 da giovani donne tra i 15 e i 17 anni: “Si dimentica, però, che esiste la possibilità di partorire nell’anonimato e che la legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale dove è nato”. Una pratica, questa, che “eviterebbe alla donna i pesanti postumi relativi all’aborto volontario, chirurgico o chimico che sia”. Come affermano i volontari dei Cav (Centri di aiuto alla vita) dell’Umbria, “mai nessuna mamma è tornata a lamentarsi per averla convinta a non abortire; al contrario, invece, tante donne sono tornate piangendo dopo l’aborto”.