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Maltempo in Emilia Romagna. Verlicchi (Ravenna): “Sfollati accolti anche in un museo”

Ancora allerta rossa oggi in Emilia-Romagna dove il bilancio delle vittime del maltempo è salito ieri a 14, un pensionato di 79 anni di Faenza, ritrovato sepolto dal fango nel giardino di casa. Il Ravennate è in ginocchio: circa il 16% del territorio comunale di Ravenna (circa 11mila ettari) è stato evacuato. Nelle trascorse quattro notti il sistema di accoglienza messo in campo dal Comune ravennate, sia attraverso l’allestimento di punti di Protezione civile che attraverso la collocazione di sfollati in albergo, ha fatto registrare 1.200 pernottamenti in 60 strutture alberghiere mentre, per quanto riguarda i 4 hub di Protezione civile, si sono avvicendate nei giorni quasi tremila persone. Per seguire da vicino l’emergenza maltempo nella Regione, secondo quanto si apprende da fonti G7, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni potrebbe anticipare il suo rientro dal summit G7 di Hiroshima. Martedì alle 11 è convocato il Consiglio dei ministri che prenderà i primi provvedimenti sulla tragedia in Emilia Romagna.

Ore difficili. Il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, poco fa ha aggiornato, dalla sua pagina Facebook, il numero delle persone evacuate in provincia, che è salito a 30mila. “Ore difficili, ore di intenso ininterrotto lavoro – scrive il prefetto di Ravenna -. Siamo rammaricati per i 6 deceduti e 1 disperso in provincia di Ravenna. Ma orgogliosi di aver salvato e soccorso migliaia di persone, con tutti i mezzi, elicotteri, anfibi, gommoni, sulle spalle. Siamo ancora in una difficile emergenza, oggi abbiamo rischiato molto che si allagasse tutta Ravenna. Non ci fermeremo finché non avremo terminato il nostro lavoro”. Daniela Verlicchi responsabile di redazione di Risveglio, edizione ravennate del Corriere Cesenate, riferisce al Sir “l’allagamento di una parte della zona artigianale alle porte di Ravenna. Ora l’allagamento deriva dall’esondazione dei fiumi ma anche dalle acque dei canali della rete irrigua che non reggono a tanta acqua. È intervenuto l’esercito perché si stava allagando anche la zona industriale. Ci sono tante aziende che hanno dovuto interrompere la produzione e mandare a casa i dipendenti. Ieri qui a Ravenna è stato aperto artificiosamente un argine di un canale che minacciava la città e le acque sono state defluite in terreni vicini con il consenso dei proprietari. Il rischio tuttavia resta alto”. Il Comune, aggiunge Verlicchi, “ha raccomandato alla popolazione di restare in casa”. “Spostatevi solo in caso di necessità”, scrive l’Amministrazione.

“Chi non deve evacuare e non ha un indifferibile ragione per farlo, non deve assolutamente spostarsi. La circolazione è congestionata e le strade devono essere lasciate libere per la gestione dell’emergenza”, la raccomandazione che arriva da Palazzo Merlato. “Vi chiediamo in questo modo di aiutarci a soccorrere la cittadinanza”. Altro appello del Comune è “non intasare le linee telefoniche”. Uno degli hub dell’accoglienza della Protezione civile, racconta Verlicchi, “è stato ricavato da un museo didattico archeologico dove, nel momento di massimo bisogno, sono affluite oltre 700 persone che hanno dormito in mezzo ai reperti esposti. I lettini per dormire sono arrivati da uno stabilimento balneare del ravennate che li ha donati agli sfollati. Una storia di solidarietà come tante cui stiamo assistendo in questi giorni difficili”.

Volontari a lavoro. Drammatica la situazione anche nel Cesenate dove la popolazione è sostenuta in questi giorni da tanti volontari giunti da tutta Italia. A questo proposito, riferisce il settimanale della diocesi di Cesena-Sarsina, Corriere Cesenate, che segue minuto per minuto la situazione con report dal territorio alluvionato, il Comune ha deciso di allestire presso la Fiera di Pievesistina un’area dove, nei prossimi giorni, potranno alloggiare i volontari che arriveranno sul territorio.

Nei locali della Fiera potranno dormire fino a 150 persone, tra loro alcuni Vigili del Fuoco e circa trenta volontari della colonna mobile della Protezione civile dell’Umbria, in arrivo a Cesena per prestare assistenza alla popolazione colpita dall’alluvione. Technogym, azienda leader nelle attrezzature sportive, in una breve nota, fa sapere che, per far fronte all’emergenza, ieri ha consegnato 2.000 pasti al centro di raccolta della Protezione civile di Cesena e sta collaborando, con la fornitura di beni di prima necessità, all’allestimento del Campo base nell’area Fiera. L’azienda ha anche messo a disposizione del Comune un’area a Case Castagnoli per la raccolta dei detriti. Il Comune di Cesena ha avviato la ricerca di idropulitrici, autobotti e autospurghi e di tutti mezzi necessari per spurgare le fognature e liberare dall’acqua e dalla melma i piani interrati.

A Cesena e dintorni, riferisce il settimanale diocesano, sono iniziati i ritiri delle cataste davanti a ogni casa. I grandi camion si fanno spazio: i ‘ragni’ dei bracci mobili pescano e buttano mobili, elettrodomestici, abiti, specchi, giocattoli, oggetti informi dall’unico, stesso colore mentre i proprietari guardano in silenzio. Nelle strade e nelle case si muove un esercito di giovani volontari armati di stivali, badili e carriole. Si organizzano dei ‘passamano’ per tirare fuori da cantine e garage oggetti infangati ma anche secchi di acqua e melma. Tra di loro anche appartenenti a gruppi scout e all’Azione cattolica. In campo anche la comunità camerunense accolta dalla Papa Giovanni XIII nella canonica di Bagnile a Cesena. La Comunità lamenta gravi danni alle sue strutture. I giovani camerunesi saranno disponibili per dare una mano in città a chi ha bisogno. “È urgente convogliare volontari in zone meno sotto le luci delle telecamere, come Ronta, dove servono aiuto e sostegno”, dicono fonti del posto raggiunte dal Sir.

Emergenza frane. “Continua a piovere anche se non in maniera intensa, ma è sufficiente a rallentare i lavori – spiega al Sir il direttore del Corriere Cesenate, Francesco Zanotti –. L’ondata di acqua, qui, nella cosiddetta ‘Piana’ è passata ed ora è nel Ravennate. Si tratta adesso di rimuovere fango e detriti nelle strade, nelle case e nelle aziende. L’emergenza è rappresentata dalle frane che non si contano. Non esiste un censimento delle frane soprattutto di quelle comunali, poderali e vicinali. Sono centinaia le strade franate e non percorribili. È impossibile una stima dei danni. E sui tempi per il ripristino delle infrastrutture distrutte dalle valanghe di acqua, fango, alberi e detriti non sono stimabili. Lo stesso vale per la spesa da sostenere. Il fiume Savio è ancora grosso, intere sponde sono state mangiate dalla furia dell’acqua”.

“Il campo sportivo di Borello è allagato, così come numerosi terreni vicini agli argini. Lo svincolo di Mercato Saraceno è chiuso. Una montagna di terra e di massi ha travolto il muro di contenimento ed è finita in strada. Lungo la vecchia statale umbro-casentinese, la SS 71, in direzione Roma, risistemata da Anas da pochi mesi, la strada è interrotta prima di Turrito. Un costone è sceso a valle. Lo squarcio nella montagna è enorme”.