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SBARCHI A LAMPEDUSA: CARITAS, SITUAZIONE INSOSTENIBILE, CIBO E ACQUA RAZIONATI

A Lampedusa, dove è presente una operatrice Caritas, “il numero dei migranti è praticamente raddoppiato” e la situazione è “insostenibile”, fanno sapere al SIR, con “gravi conseguenze igienico-sanitarie e migliaia di persone che da giorni bivaccano senza avere un rifugio per la notte, con cibo ed acqua razionati”. Davanti alla parrocchia di Lampedusa decine di volontari distribuiscono indumenti e scarpe alle centinaia di migranti. “Nel buio della fredda e umida notte lampedusana – racconta Giovanna Legname, operatrice Caritas, -, illuminata solo dai falò dei tunisini che arrostiscono il pesce regalato dai pescatori del posto e dai riflettori degli operatori televisivi, si vedono arrivare circa 110 migranti. Manca praticamente tutto: solo un mare di necessità, occhi spaventati, voci rotte dal pianto”. Gli operatori di Caritas Agrigento cercano di proporre soluzioni semplici ma dirette. “Qui anche i piccoli gesti – prosegue -, come chiedere il nome dell’assistito, domandargli da dove viene, com’è arrivato qui, ascoltare i suoi bisogni, stanno cominciando a non esser più scontati”. In attesa che venga formalizzato un accordo col governo tunisino per i rimpatri, migliaia di migranti restano accampati a Lampedusa e la popolazione locale è esasperata. Anche l’arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, in una nota e in un accorato appello al Presidente della Repubblica, ha giudicato questa situazione “esplosiva”. Intanto sono iniziati ieri i primi trasferimenti con le navi ed è stato annunciato dal governo il varo di un piano di accoglienza con le regioni (50.000 posti). “Per essere implementato efficacemente – osserva Caritas italiana -, necessita di tempo ed ha già trovato i primi intoppi”. Ieri sono anche cominciati i trasferimenti di parte dei migranti presenti a Lampedusa nell’ex base Nato di Mineo (Catania). La struttura può ospitare 7.200 persone. Ai circa 1.000 richiedenti asilo già trasferiti a Mineo da vari Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) si aggiungono ora i nuovi arrivati. I sindaci di Mineo e dei paesi limitrofi protestano contro la decisione che rischia, a loro avviso, di creare un enorme ghetto, con il reale pericolo di fuga e dispersione di queste persone. Caritas italiana ha anche dato la sua disponibilità per una presenza nel centro di Mineo, per attività di ascolto, tutela, accompagnamento ed orientamento. Ha inoltre censito le proprie strutture per immigrati potenzialmente disponibili: 2500 posti in 93 diocesi. Tra le altre attività: sostegno ad un progetto di animazione nel centro di primo soccorso ed accoglienza a Pozzallo, nella diocesi di Noto.Sir