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SENTENZA CONSULTA: ILLEGITTIMO ART. 403 CODICE SU OFFESE A RELIGIONE CATTOLICA

“Non costituisce una sorpresa”, perché “si inserisce in una giurisprudenza recente della Corte, che contraddice una giurisprudenza consolidata nei decenni precedenti”. Per evitare, però, il “paradosso” che in futuro “chi professa la religione della maggioranza degli italiani sia meno tutelato rispetto ai seguaci di altri religioni” è auspicabile “un intervento del legislatore finalizzato ad una risistemazione organica in materia di tutela del sentimento religioso”. È il parere di Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, sulla sentenza della Consulta, che oggi ha dichiarato “illegittimo” l’articolo 403 del Codice penale, nella parte in cui stabilisce “pene più severe” per le offese alla religione cattolica rispetto alle offese contro altri culti ammessi dallo Stato italiano.

“La Corte Costituzionale – dichiara Dalla Torre al Sir – interviene sulle singole questioni, e negli ultimi decenni ha cambiato la giurisprudenza sulla tutela penale del sentimento religioso. Per non creare, però, una serie di situazioni che possono disorientare l’opinione pubblica, a mio avviso è necessario un intervento del legislatore che mantenga la tutela del sentimento e della libertà religiosa e, nello stesso tempo, che ridisegni in maniera organica e sistematica la materia, in modo da non giungere ad incongruenze o da creare disparità di trattamento in senso contrario”.

La legge 205 del 1993, ricorda ad esempio il giurista, “prevede misure contro le discriminazioni razziali, etniche e religiose, ed è stata pensata in particolare per evitare episodi di razzismo ed intolleranza nei confronti di chi non è di religione cattolica. Paradossalmente – conclude Dalla Torre – domani si potrebbe arrivare al punto che questi ultimi vengano tutelati in maniera maggiore di chi professa la religione della maggioranza degli italiani”. Sir