Italia

TERZO SETTORE: 7 MILIONI DI ITALIANI VICINI AL MONDO DEL VOLONTARIATO, 221.000 ASSOCIAZIONI

Sono circa 7 milioni, in Italia, le persone “dentro” o “vicine” al mondo del volontariato, circa 5,4 milioni di volontari (il 15% della popolazione adulta italiana) e oltre 221.000 associazioni. Una realtà sociale che cresce in quantità, ma in qualità? Per indagare il mondo del terzo settore e proporre un sistema di valutazione delle associazioni, è stata realizzata la ricerca “Valutare il non profit”, voluta dalla Fondazione Unidea ed edita da Bruno Mondadori, presentata oggi a Roma in un convegno.

Secondo la ricerca, condotta su un campione di 15-20.000 associazioni (per un totale di 120-160.000 addetti e 300-400.000 volontari), almeno un italiano su quattro (27,3%) “ha avuto esperienze dirette o indirette di aiuto fornito da volontari” e l’84,2% degli italiani sa dell’esistenza delle associazioni non profit. Il 62,1% delle 221.000 associazioni svolge supporto al welfare (attività socio-assistenziali e sanitarie), mentre il 37,9% si occupa di partecipazione civica (attività educative-formative, tutela dei diritti, tutela dei beni culturali, attività ricreative e sportive, solidarietà internazionale).

Il terzo settore, si legge nel rapporto, “gioca ormai un ruolo fondamentale nella trasformazione dello stato sociale dal Welfare state al Welfare mix, contribuendo alla nascita di un nuovo sistema sociale con una pluralità di attori, pubblici e privati”. Il 30% dei comuni dispone infatti di un albo delle organizzazioni di volontariato, con le quali stipulano convenzioni nel 64,4% dei casi. Le associazioni forniscono servizi di welfare per il 54,3% nel Nord Italia, il 20,1% al Centro e il 25,6% nel Sud e nelle isole.

“Ma non sarà che il sociale sta diventando troppo inflazionato?”, si è chiesto Giuseppe De Rita, segretario generale della Fondazione Censis e membro della Fondazione Unidea: “L’intervento sociale è esploso, anche tra le imprese, ma quanta coerenza c’è con gli obiettivi di fondo, quanta efficacia? Quali costi? Di fronte ad una presenza così invasiva dobbiamo selezionare la qualità, anche perché il sociale non è più solo volontariato, ma è un grande mercato del lavoro”.

Nell’ambito del rapporto è stata condotta una indagine, con un questionario inviato a 350 associazioni, sul tema della “valutazione” (o “rating”): nel 94% dei casi hanno giudicato importante questo aspetto. Il 30% ha già avuto esperienza di valutazione esterna, e il 48% ha sperimentato almeno una volta questo meccanismo. “Il mondo del non profit vuole compiere oggi un salto di qualità”, ha commentato Nadio Delai, curatore della ricerca, “e mostra il desiderio di mettersi in gioco, conoscersi, svilupparsi”. Già un centinaio di associazioni si sono dichiarate disponibili per una sperimentazione proposta dalla Fondazione Unidea.

“L’esigenza di valutazione – ha aggiunto Luigi Biggeri, presidente Istat, esperto di valutazione nelle università – è segno di maturità del settore e consente anche di far capire l’impatto del volontariato sul sistema economico e sociale”. Biggeri ha ricordato inoltre che, “se al Sud il volontariato sembra meno presente, è dovuto alla forte partecipazione religiosa, che si sviluppa in forme di volontariato informale, non registrato negli albi”.Sir