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Terzo Settore, dal dono alle assicurazioni: così si rafforza il non profit

Le ultime due giornate hanno visto dibattere, tra gli altri punti, attorno ai temi dell’equity, del dono, dell’assicurazione. Tre elementi sempre più presenti nel mondo del Terzo Settore. Sulla questione del dono è intervenuto Paolo Venturi, direttore di AICCON. “Un tema che diventa rilevante, perché è l’indicatore di quanto una società contribuisce all’interesse generale. Ci sono indicatori internazionali che misurano lo sviluppo, la dimensione civica e la competitività di un Paese proprio sulla capacità di donare, ovvero di condividere le proprie risorse a favore di un interesse generale. La pandemia – prosegue Venturi – ha cambiato tante cose: attraverso un male comune abbiamo capito cos’è un bene comune. Trasparenza ed impatto dei progetti sono sempre più rilevanti, perché le persone per contribuire devono fidarsi e capirne la reale utilità. Per il Terzo Settore questo è un grande onere e onore: in questa fase di cambiamento deve comprendere che per avvicinare nuovi donatori occorre costruire non soltanto strategie e tecniche, ma anche rigenerare il rapporto autentico con le comunità. Una grande sfida”.  Fondamentale poi l‘uso del digitale, un aspetto a cui oggi non si può più prescindere: “La realtà è un ambiente in cui dimensione fisica e digitale convivono fino a fondersi.  Sono cambiati gli scenari e gli investimenti. Per cogliere le opportunità della transizione digitale occorre attrarre competenze giovanili per innovare in modo radicale il modo con cui si gestiscono le associazioni del Terzo Settore, con cui si costruiscono le raccolte fondi e si costruiscono i servizi, con cui si fidelizzano le persone. La tecnologia è ormai estremamente accessibile. Colmiamo il gap culturale e formiamo modelli organizzativi reali per creare strategie efficaci. L’online non può più essere una protesi delle attività del Terzo Settore ma un pezzo rilevante della cultura e del pensiero dell’organizzazione”.  Tra le nuove prospettive su cui puntare anche il crowdfunding. “Uno strumento potentissimo – dice il direttore di AICCON – serve a raccogliere fondi ma pure a mettersi alla prova per capire se l’associazione ha una comunità e i giusti strumenti di comunicazione. I nuovi donatori transitano dal mondo online, chi non agisce qui rischia di essere tagliato fuori. C’è però un ecosistema di soggetti capaci di sostenere le attività e che vanno combinati: donatori, risorse pubbliche, risorse filantropiche. Bisogna introdurre figure nuove nelle organizzazioni capaci di costruire progetti di sostenibilità integrati ossia capaci di mixare più risorse”.  Sul fronte dell’assicurazione ha preso la parola Pietro Negri, consulente del Forum per la Finanza Sostenibile e avvocato del foro di Roma, specializzato nelle imprese di assicurazione. “Ci sono molti punti di contatto tra Terzo Settore e mondo assicurativo, il quale può svolgere un ruolo di supporto tecnico per i potenziali rischi che caratterizzano l’attività degli Ets. Durante la pandemia gli Ets hanno via via accresciuto il loro ruolo a livello di impatto sociale in diversi settori, in particolare quello dell’assistenza e cura delle persone. Quello che l’industria assicurativa può e deve fare è rispondere a questo crescente protagonismo, con coperture adeguate e innovative”. Negri poi aggiunge: “Ci sono rischi nuovi che riguardano gli Ets, per quanto riguarda la responsabilità degli amministratori, per la gestione contabile sempre più articolata e la gestione dei dati per rendicontare le informazioni all’esterno. Il settore assicurativo può portare alta professionalità nella valutazione, considerazione e mitigazione dei rischi. Può offrire garanzie che non sono nate per il Terzo Settore ma le può adattare alle esigenze e renderle sempre più diffuse e appetibili anche per quei soggetti che fino a ieri non immaginavano di poter correre certi rischi”.Ad aver aperto la terza giornata della Summer School è stato invece Massimo Giusti, segretario generale della Fondazione ONC che ha affrontato il tema dell’equity, ovvero destinare capitali a progetti del Terzo Settore. “Oggi c’è bisogno di capitali e di condividere progetti – spiega Giusti -. Abbiamo gli strumenti per portare risorse importanti nel Terzo settore e farlo crescere, quello classico è l’intervento. Sono nati dei fondi chiusi di investimento che intervengono esclusivamente o in maggioranza nel mondo del Terzo Settore. Un comparto che oggi deve crescere sotto questo punto di vista, andando oltre le modalità passate quando c’era spesso l’opportunità di ottenere risorse anche in modo più agevole, da non restituire. Chi è in grado di generare economia è importante che si metta a disposizione per far crescere il Terzo Settore.  Fondamentale, secondo il segretario generale della Fondazione ONC, realizzare inoltre relazioni solide: “Solo con costruzione di reti e rapporti si può tutelare la singola iniziativa e associazione, valorizzando le esperienze. Le reti sono indispensabili, sia quelle verticali, come le associazioni provinciali, regionali e nazionali, sia quelle orizzontali cioè legate al territorio. Dal confronto nasce la possibilità di rilanciarsi, anche con nuovi strumenti”.