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Yemen: Save the Children lancia petizione per chiedere a Italia di fermare vendita armi

La petizione, che ha già raccolto oltre 54 mila firme, può essere sottoscritta collegandosi al sito www.savethechildren.it/StopArmi

«L’uso di armi esplosive in aree densamente popolate è una tattica crudele utilizzata da chi vuole uccidere e distruggere indiscriminatamente. Tanti, troppi bambini continuano a morire mentre sono rintanati in casa per cercare di proteggersi dai bombardamenti o mentre cercano di fuggire dal pericolo», denuncia Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen, in questi giorni a Roma per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sul conflitto in corso. «Non si può neanche lontanamente immaginare il terrore che possono provare quando una bomba cade sulla loro casa né la gravità delle ferite fisiche e mentali che tutto questo lascia in maniera indelebile su di loro», aggiunge Kirolos per il quale «quello che sta accadendo in Yemen dovrebbe scioccare il mondo e deve finire immediatamente». Per questo, conclude, «chiediamo che nessun governo al mondo consenta l’esportazione di bombe e armi a quelle parti in conflitto che colpiscono indiscriminatamente i bambini perché nessun bambino dovrebbe subire le crudeltà indicibili che ogni giorno si perpetrano in Yemen».

In quattro anni, in Yemen, sono stati più di 19mila i raid aerei che hanno devastato scuole, ospedali e importanti infrastrutture. Un milione e mezzo sono i minori costretti a fuggire. Più di uno al giorno è vittima delle bombe vendute dai governi stranieri alla Coalizione a guida saudita, che ogni mese colpiscono 37 bambini. Dieci milioni sono i minori che non hanno accesso a cure mediche adeguate, 1 ragazza su 3 e 1 ragazzo su 4 non hanno la possibilità di andare a scuola. Sono le drammatiche cifre che fotografano le terribili condizioni in cui versano i bambini in Yemen, diffuse da Save the Children alla vigilia del quarto anniversario dell’inizio dell’escalation della guerra.

Secondo i dati dell’organizzazione, da quando è iniziato il conflitto, «si contano quasi 6.500 minori uccisi o feriti dai bombardamenti, ma i numeri potrebbero essere anche più elevati». Solo negli ultimi 12 mesi, sottolinea una nota, «le bombe straniere hanno provocato la morte di almeno 226 bambini e il ferimento di quasi 220: in particolare, 210 bambini sono stati colpiti mentre si trovavano a casa o nei pressi della loro abitazione, mentre 150 si trovavano in auto, a volte mentre fuggivano». I bombardamenti, ricorda Save the Children, sono condotti «con gli armamenti prodotti all’estero e venduti dai governi stranieri alla Coalizione a guida saudita», tra i quali «anche bombe prodotte in Italia dalla fabbrica Rwm nello stabilimento di Domusnovas, in Sardegna, e la cui esportazione verso Paesi che violano i diritti umani è vietata dalla legge italiana sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento».