Lettere in redazione

La falsa libertà dei radicali

Caro Direttore,è noto che uno dei termini più usati dalla propaganda laica sia «oscurantista» riferito a persona che «oscura» il «luminoso» progresso delle scienze. In Italia abbiamo cellule staminali (cs) in abbondanza (non sappiamo cosa farne) e possiamo averne senza limiti a costo zero: basta la donazione del cordone ombelicale e non è quindi necessario prelevarle da embrioni umani. Inoltre affermare che con le cs si possano curare tutte le malattie degenerative o quasi è da dimostrare. Accedere alla documentazione sull’argomento è molto difficile.

Se gli embrioni umani non ci servono più come fonte di cellule staminali a quali esperimenti possono servire? Quale utilità può avere la loro manipolazione? Serviranno per fornire organi di ricambio? o per la «costruzione» di esseri perfetti per bellezza, intelligenza, prestanza fisica? Torneremo ad inseguire il mito della «razza perfetta»? Sono tutte possibilità che, sicuramente, qualcuno cercherà di realizzare.

Sono un medico e non sono certo contro la ricerca scientifica, ma sono d’accordo con l’assunto «impedire la scienza è impossibile, controllarla è doveroso». Invece non si accetta nessun vincolo, si dev’essere sempre liberi di fare ciò che si vuole. In questo contesto anche l’embrione sarà un mezzo: alcuni embrioni saranno uccisi? Che importa? L’importante è che io risolva il mio problema!

Chiarito questo punto fermo ogni discussione è inutile. I due pensieri (radicale e cattolico) sono molto lontani e, allo stato attuale, inconciliabili.

È, tuttavia, nostro dovere evidenziare (possibilmente ben documentati) tutte le falsità dietro le quali si nasconde il principio della libertà individuale. Assoluta: c’è qualche norma che limiti il mio comportamento che i radicali siano disposti ad accettare? Libertà di procreare un figlio in qualsiasi modo; libertà di abortirlo se non mi va; libertà di unirmi o separarmi con chi voglio e quando voglio; libertà di usare qualsiasi sostanza se mi fa sentire bene; libertà di decidere se vivere o no (per me e per gli altri).Tutti e tutto sono un mezzo, io sono il fine. A me sembra di aver capito così. Alberto RossiMontevarchi (Ar) É ormai molto probabile che in primavera si tenga il referendum per l’abrogazione, totale o parziale, della legge n. 40/2004 sulla fecondazione medicalmente assistita. Non è certo una legge perfetta e neppure, come si afferma, una legge «cattolica». Ha però il merito grande di aver finalmente regolamentato una situazione di autentico far west procreatico. Dopo un lungo iter parlamentare, è stata approvata da un’ampia maggioranza trasversale che non ha coinvolto solo i cattolici, ovunque collocati, ma anche tanti laici pensosi e desiderosi di mettere un freno a quel «tutto è lecito» che caratterizzava un settore tanto delicato. Saggezza voleva che, anche in vista degli opportuni aggiustamenti, se ne valutassero i risultati. Si è preferita l’ascia referendaria che sui grandi temi della bioetica, che interpellano le coscienze dei singoli, serve a poco ma porterà il Paese ad una contrapposizione ideologica con una schematizzazione di comodo: i «laici» che difendono il progresso scientifico e hanno a cuore il giusto desiderio di tante coppie infelici e i cattolici insensibili ai casi umani in nome di astratti principi. Serve dunque, come lei suggerisce, caro dott. Rossi, un’informazione corretta, puntuale e capillare che sfati «tutte le bugie che vorrebbero darci a bere» (come abbiamo scritto nel «primo piano» del n. 34 di Toscanaoggi).Ma a ben guardare anche su questa questione finiscono per confrontarsi e scontrarsi due visioni della vita e dell’uomo. Per alcuni, infatti, la libertà individuale, che è e resta un grande valore, rischia pur sempre di «impazzire», se lasciata, senza alcun limite, al capriccio dell’individuo; per altri invece nessuna norma può limitare il singolo nel suo comportamento etico. Il referendum, quindi, può essere occasione per affrontare e dibattere questi temi forti, al di là di quale possa essere l’atteggiamento più saggio di fronte a questa consultazione referendaria, in cui è prevista – e lecita – anche la non partecipazione.

Fecondazione: tutte le bugie che vorrebbero darci a bere