Lettere in redazione

Sta cambiando la linea del settimanale?

Ho letto su Toscanaoggi del 29/02 «l’opinione» di Francesco Calcagnini e sono rimasto veramente colpito, in quanto mai in tanti anni avevo letto sul settimanale un intervento così aggressivo. Si parte da La Pira per attaccare il Presidente del Consiglio, i parlamentari – e quindi gli elettori – della maggioranza, tutti venduti e partecipi di diabolici interventi legislativi per favorire il dittatore. Si inizia con una strumentalizzazione di La Pira, fatta evidentemente da chi non ha conosciuto, letto, studiato, il Sindaco di Firenze: La cosa più grave è che si finisce per legittimare chi, in qualunque modo, anche «strano» ed illiberale, lotta contro «il tiranno divenuto dittatore»; mi sono venuti in mente quei «cattivi maestri» che hanno ispirato e deviato tante menti, brigate rosse e partito comunista combattente, fino a gambizzare ed uccidere chi ritenevano e ritengono possa essere loro nemico, il loro presunto tiranno/dittatore, anche se eletto dal popolo, appoggiato dalla maggioranza parlamentare, con tutte le garanzie costituzionali, nonché coloro che con lui collaborano.

Sfugge evidentemente al sig. Calcagnini che La Pira fu sempre fedele alla Chiesa, e fu vicino alla gente, che ebbe l’opposizione continua delle sinistre (neanche una sola volta l’appoggiarono), sfugge il ruolo di La Pira all’interno della Democrazia Cristiana (raramente viene ricordato che si candidò sempre per la Dc, pur senza prendere la tessera), le sue posizioni all’interno della Costituente, l’indissolubilità del matrimonio, la sua consapevolezza che il comunismo era contro Dio e contro la dignità dell’uomo. Nel 1976, alle elezioni politiche, La Pira capeggiò la lista della Dc in funzione anticomunista ed anti-cattocomunista. La Pira, che certamente non fu uomo di destra, non si riconoscerebbe mai nella odierna sinistra, anche se questa è sempre pronta ad impossessarsi di tutto, sempre pronta a dimenticare o cercare di modificare, anche nel caso dei rapporti con La Pira, un passato che pesa come un enorme macigno.

Mi ha molto meravigliato che tale «opinione» sia stata pubblicata senza commento e che non le sia stata affiancata, da subito, l’opinione di qualcuno che conosceva molto bene La Pira e che avrebbe potuto facilmente confutare il contenuto dell’intervento. A meno che non ci sia una modifica nella impostazione di Toscanaoggi: dico questo perché sono rimasto amareggiato anche per il fatto che non si sia speso una parola per smascherare le falsità delle sinistre in lotta contro la riforma Moratti, e ciò a differenza della chiara e documentata posizione di «Avvenire». Marcello BardottiBarberino Val d’Elsa (Fi) L’«opinione» che da alcuni numeri ospitiamo nella pagina delle lettere non prevede una risposta. Una volta può dispiacere ad alcuni, un’altra volta ad altri, ma nella nostra idea rimane uno «spazio libero», che non richiede «bilanciamenti» e che non coinvolge il settimanale. Lei può tranquillamente dissentire dall’opinione del signor Calcagnini, che io stesso considero eccessiva e poco convincente là dove discorre del «tiranno» e del «dittatore». Ma se in quell’opinione si tira un po’ troppo da una parte La Pira per fargli dire cose che probabilmente non direbbe (almeno in quei termini) anche lei mi sembra faccia un’operazione simile, seppur di segno opposto. Quanto poi alla nostra «linea» la tranquillizzo, è sempre la stessa: dibattere di ogni tema senza paraocchi ideologici e rifuggendo dai facili slogans, pur potendo contare su dei «punti fermi» che orientano la nostra lettura della realtà. Quanto alla riforma Moratti ci sembrava di aver fatto proprio questo nell’ultimo numero del settimanale.