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Austria: annullato il ballottaggio per il presidente federale. Corte costituzionale: si torna alle urne

La Corte costituzionale austriaca ha annullato l'esito del ballottaggio per le presidenziali che aveva visto la vittoria di misura dell’indipendente Alexander Van der Bellen. Il card. Schönborn (Vienna), «la nostra libertà è costruita su fondamenta solide e durevoli».

Dopo il ballottaggio per la scelta del presidente federale austriaco, il 22 maggio, l’FpÖ – Partito austriaco della libertà – aveva ricusato i risultati del ballottaggio a causa di presunte irregolarità chiedendo la ripetizione del voto, nel quale il proprio candidato, Norbert Hofer, prese il 49,7% a fronte del 50,3% ottenuto dal vincitore, l’indipendente Alexander Van der Bellen, ex leader del partito verde. La Corte costituzionale non ha determinato accuse concrete di manipolazione, ma la mera possibilità di manipolazione è un dubbio così grave che – questa la decisione – l’elezione deve essere annullata e ripetuta, anche perché sulla base di molte testimonianze le leggi elettorali esistenti non sono state rispettate nel conteggio dei voti in alcune parti del Paese. Appena diffusa la notizia, si è scatenato un feroce dibattito interno all’Austria e la questione è rimbalzata su tutti i siti di informazione europei.

«Dobbiamo essere riconoscenti che abbiamo elezioni libere e segrete in Austria e giudici della Corte suprema che proteggono tale diritto di voto»: questa dichiarazione del cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca, sottolinea la decisione della Corte costituzionale austriaca di abrogare la recente votazione per il presidente federale. «È un fatto incontrovertibile che l’intero processo decisionale è stato un forte segno di vita della nostra democrazia e dello stato di diritto», ha detto Schoenborn in una dichiarazione all’agenzia di stampa cattolica Kathpress. «Se siamo ora chiamati a scegliere di nuovo, non si dovrà votare con arroganza trionfalistica o con atteggiamenti rabbiosi, bensì nella consapevolezza riconoscente che la nostra libertà è costruita su fondamenta solide e durevoli», ha sottolineato l’arcivescovo di Vienna attualmente in Bielorussia come legato pontificio di Papa Francesco alle celebrazioni del 25° anniversario della costituzione dell’arcidiocesi di Minsk-Mohilev.