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Clima: la Confederazione Caritas alla COP27 per portare la voce delle comunità vulnerabili colpite dalla crisi climatica

Un'ampia delegazione di Caritas Internationalis con rappresentanti delle Caritas regionali e nazionali parteciperà alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota come COP 27, che si terrà a Sharm-el Sheikh, in Egitto, dal 7 al 18 novembre

«Sarà un’opportunità per sostenere la giustizia climatica e portare all’attenzione del mondo le condizioni delle comunità vulnerabili che soffrono maggiormente a causa del cambiamento climatico, pur non essendone direttamente responsabili», afferma il Segretario Generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, che sarà presente all’apertura della Conferenza. «Il cambiamento climatico ha avuto un impatto importante sulle attuali e gravissime crisi alimentare e migratoria. La comunità internazionale e soprattutto gli Stati responsabili del degrado della nostra Casa Comune devono agire immediatamente», aggiunge John.

In Egitto, i rappresentanti Caritas chiederanno agli Stati un maggiore impegno per affrontare i cosiddetti “perdite e danni” (loss and damage), ovvero gli impatti negativi irreversibili causati dagli eventi meteorologici estremi legati al clima. Su questo tema, il 9 novembre, Caritas Internationalis ospiterà insieme con altre organizzazioni religiose un side event intitolato “Affrontare perdite e danni per realizzare la giustizia climatica. La prospettiva dei giovani, di genere e dei leader religiosi”.

«Senza uno strumento di finanziamento affidabile e globale che garantisca i fondi per aiutare i Paesi a far fronte alle perdite e ai danni causati dal clima, i Paesi più vulnerabili sprofonderanno ancora di più nel debito e nella povertà ogni volta che saranno colpiti da disastri climatici, di cui non sono responsabili», afferma John.

La Confederazione Caritas porta esempi concreti in merito a questo tema. Secondo Caritas Fiji, il ciclone tropicale Winston ha avuto effetti sul 57% dei mezzi di sussistenza legati all’agricoltura e ha causato un danno stimato di 1,42 miliardi di dollari (circa il 30% del PIL), con un impatto negativo su 540.000 persone. In Asia, Caritas Filippine riferisce che il tifone Rai nelle Filippine ha causato danni al settore agricolo per un importo di 210 milioni di euro e di 55 milioni di euro al settore ittico. Questi esempi dimostrano quanto sia urgente investire in misure di adattamento al cambiamento climatico, ovvero volte a prevenire o minimizzare i danni che il cambiamento climatico può causare.

In particolare, la Caritas ritiene che i fondi per il clima dovrebbero concentrarsi su iniziative di sviluppo comunitario resilienti al clima. Tuttavia, la maggior parte dei finanziamenti per il clima è destinata alle misure di mitigazione, che agiscono sulle cause del cambiamento climatico. «I finanziamenti per il clima dovrebbero essere investiti a livello locale per rispondere alle esigenze delle comunità povere e vulnerabili e dovrebbero essere finalizzati a mitigare i rischi economici e l’impatto dei debiti causati dal cambiamento climatico», afferma Aloysius John. «Purtroppo vediamo come l’erogazione e l’utilizzo dei finanziamenti internazionali per il clima rimangano incoerenti e profondamente ingiusti, e come vi sia una scarsa trasparenza e mancanza di responsabilità in merito ai fondi per il clima destinati alle comunità povere e vulnerabili gravemente colpite dalla crisi climatica». Caritas Internationalis sottolinea anche la necessità di fornire i finanziamenti per il clima non sotto forma di prestiti, che appesantirebbero ulteriormente la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo, ma sotto forma di sussidi.

La resilienza delle comunità locali al cambiamento climatico passa anche attraverso l’agricoltura, che sarà uno dei temi chiave della COP 27. L’agricoltura deve svolgere un ruolo centrale nelle politiche sul cambiamento climatico e affrontare l’attuale grave insicurezza alimentare. Pertanto, sono necessari maggiori investimenti nel settore agricolo, con un’attenzione particolare alle innovazioni che permettono la costituzione di sistemi alimentari locali sostenibili e radicati nelle realtà locali, inclusivi e resilienti agli shock climatici in tutto il mondo. Attualmente, solo l’1,7% dei finanziamenti per il clima è destinato al settore agricolo, con una percentuale discutibile a beneficio dell’agricoltura di piccola scala.

Caritas Internationalis esorta inoltre a basarsi sulle esperienze e sulle pratiche delle comunità locali, la cui conoscenza di come coltivare e massimizzare l’uso delle risorse disponibili localmente porta benefici indiscutibili in termini di adattamento e mitigazione. «In un contesto in cui il cambiamento climatico continua a rendere le risorse più scarse e l’impronta di carbonio più significativa, esortiamo gli Stati a garantire che la scienza rifletta e integri l’esperienza vissuta e le conoscenze locali nella risposta al cambiamento climatico», conclude John.