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Egitto: è guerra civile, almeno 700 morti

L'Egitto è in guerra civile. Sale di ora in ora il bilancio delle vittime degli scontri tra l'esercito e i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi, nonostante stato di emergenza dichiarato mercoledì e il coprifuoco annunciato poche ore più tardi. La Fratellanza musulmana ha indetto per oggi una marcia nazionale per manifestare il proprio dissenso alla feroce repressione. Sarà il «Giorno della collera».

Secondo le ultime stime ufficiali i morti sarebbero 638, oltre 40 dei quali poliziotti. I feriti sarebbero almeno 3.500. I Fratelli musulmani parlano invece di 4.500 persone rimaste uccise durante le violenze. Il bilancio delle vittime conta anche un cameraman di Sky News Arabia, Mick Deane, di circa 60 anni, e una giovane reporter di Xpress, del gruppo emiratino Gulf news, Habiba Ahmed Abd Elaziz, 26 anni.

I CADAVERI NELLE MOSCHEE. Il Paese sembra essere ripiombato in una nuova Primavera araba. Scene terribili sono giunte dalle dalle moschee, dove decine di cadaveri sono stati ripresi avvolti in un lenzuolo bianco e allineati uno ad uno. Secondo testimoni molti mostravano delle forti ustioni sui loro copri.

LASCIA ELBARADEI. Il duro intervento delle forze di sicurezza contro i manifestanti ha spinto il vice presidente ad interim, Mohammad ElBaradei, ad annunciare le proprie dimissioni dopo le violenze scoppiate al Cairo. Le ha comunicate mercoledì con una lettera inviata al presidente Adli Mansour. “Presento le dimissioni dalla carica di vicepresidente e chiedo a Dio l’altissimo che preservi il nostro caro Egitto da tutto il male, e che soddisfi le speranze e le aspirazioni del popolo”, ha scritto il premio Nobel per la pace. “É diventato troppo difficile continuare a mantenere la responsabilità di decisioni che non condivido e di cui temo le conseguenze”.

BONINO CONVOCA AMBASCIATORE EGIZIANO. La titolare della Farnesina Emma Bonino ha, dal canto suo, convocato l’ambasciatore egiziano a Roma, Amr Mostafa Kamal Helmy, per esprimergli le preoccupazioni dell’Italia. “Lo stato di emergenza in Egitto deve cessare al più presto e ci vuole il massimo autocontrollo da parte delle forze di sicurezza”, ha spiegato il ministro, condannando tra l’altro le violenze in corso nel Paese. “L’uso della forza da parte delle forze di polizia è stato brutale, sproporzionato e non è giustificabile”.

USA E ONU. Dopo aver respinto la dichiarazione dello stato di emergenza decisa dal governo ad interim egiziano, il presidente Barack Obama ha annunciato che gli Stati Uniti cancelleranno le esercitazioni militari congiunte con Il Cairo a seguito delle violenze scoppiate nel Paese. Parlando da Marthàs Vineyard, in Massachusetts, dove si trova in vacanza: “Confermiamo il nostro impegno per l’Egitto e il suo popolo, ma non può continuare l’uccisione di civili per strada. Le autorità egiziane devono rispettare i diritti dei manifestanti”. “Il popolo egiziano merita di più di quanto abbiamo visto negli ultimi giorni”. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha esortato oggi tutte le parti coinvolte nella crisi politica in Egitto a porre fine alle violenze e attenersi alla “massima moderazione”. Lo afferma l’ambasciatore argentino Maria Cristina Perceval. I Quindici hanno anche “deplorato la perdita di vite umane” e invitato il Paese alla “riconciliazione nazionale”.