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Egitto: golpe dei militari, Morsi agli arresti domiciliari

È caos in Egitto, dov'è in corso un colpo di Stato militare contro il presidente Mohamed Morsi. L'esercito è schierato nei pressi del palazzo presidenziale e nei pressi dei principali edifici del Cairo. Elicotteri militari sorvolano piazza Tahrir, teatro delle proteste contro il primo presidente eletto del paese e il partito dei Fratelli Musulmani.

La mossa dell’esercito è scattata poco dopo lo scadere dell’ultimatum imposto a Morsi e scaduto intorno alle 17.30 locali, le 16.30 italiane. Le forze di sicurezza egiziane hanno disposto il divieto di espatrio per il presidente, che si era insediato un anno fa. Stessa sorte per molti leader del partito dei Fratelli musulmani, tra i quali Mohammed Badie e il suo vice Khairat al-Shater. Il divieto di espatrio si baserebbe su un ordine di arresto che riguarda il loro coinvolgimento in un caso di evasione avvenuto nel 2011. Morsi, inoltre, sarebbe stato posto agli arresti domiciliari dai militari nella sede della Guardia repubblicana, ma la notizia non trova conferma ufficiale.

Il presidente, allo scadere dell’ultimatum dell’esercito che gli aveva dato 48 ore per risolvere la crisi politica e dimettersi, aveva proposto la “formazione di un governo di coalizione consensuale per arrivare alle prossime elezioni parlamentari”. Morsi aveva ribadito la sua proposta di un dialogo nazionale e della formazione di una commissione che modifichi la controversa costituzione. Ma aveva anche insistito sul fatto che avrebbe mantenuto l’incarico di presidente. “Ci sarà un accordo fra tutte le parti politiche per la scelta del Primo Ministro”, recitava un comunicato, in cui si sottolineava che Morsi resta il “presidente di tutti gli egiziani”.

Intanto di fronte e nelle vie limitrofe al palazzo presidenziale centinaia di soldati sono schierati dopo aver marciato al seguito dei blindati dell’esercito, anche per evitare che i sostenitori del presidente entrino in contatto con i manifestanti scesi in piazza contro i Fratelli Musulmani. Secondo i media egiziani oltre alla piazza vicina all’Università del Cairo, dove si concentrano i sostenitori del presidente, i militari si sono dispiegati intorno al palazzo presidenziale e nei sobborghi di Nasr, Heliopolis e Giza. Poco fa la televisione di Stato egiziana ha riferito che a road map per il nuovo futuro politico dell’Egitto non sarà presentata dai vertici dell’esercito, ma dal portavoce delle opposizioni, Mohamed El Baradei, che parlerà alla Tv di Stato insieme al rettore dell’università Al Azhar (l’istituzione più prestigiosa del mondo islamico sunnita con sede al Cairo), Ahmed al Taye, e dal papa della minoranza cristiano-copta, Tawadros II. La situazione egiziana preoccupa le cancellerie di tutto il mondo. Il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Chuck Hagel, – fa sapere il Pentagono – ha parlato telefonicamente con il comandante del Consiglio Supremo delle Forze Armate (Scaf), il generale Abdel Fattah al Sisi.