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IRAQ, FORZE USA VICINE AEROPORTO DI BAGHDAD. COLPITO UN ALTRO MERCATO

Le fonti militari in Qatar, quelle al Pentagono e i giornalisti al seguito dei reparti di fanteria angloamericani attivi sul terreno riferiscono che i soldati Usa si trovano a qualche decina di chilometri da Baghdad e che anzi alcuni reparti dell’avanguardia sono già posizionati nella zona dell’aeroporto internazionale della capitale. Due colonne di rinforzi arrivano da sud: una proviene dalla zona sud ovest attraverso Karbala e l’altra dalla zona sud est del Paese è costretta ad oltrepassare il fiume Tigri all’altezza di Al Kut. In entrambi i casi però l’avanzata delle truppe della coalizione non è stata finora indolore. Il Pentagono è stato costretto oggi a confermare l’abbattimento nell’area di Karbala di un elicottero da combattimento ‘Black Hawk’. Dei militari che erano a bordo 7 sono morti e altri 4 sono stati feriti. Ma nella stessa zona gi iracheni hanno abbattuto anche un caccia Hornet FA18 e al momento non è nota la sorte del pilota.

Intanto nell’attesa dei futuri sviluppi, Baghdad continua ad essere obiettivo di violenti e continuati raid aerei da parte di caccia inglesi e statunitensi. Bombe sono cadute nella notte sia al centro che alla periferia meridionale della capitale, sempre dirette contro le postazioni della guardia repubblicana e contro il centro di controllo e comando delle forze irachene situato a Radwaniyah, un sobborgo nei presso dell’aeroporto. Oggi, per l’ennesima volta nel giro di pochi giorni, i missili e le bombe intelligenti delle forze alleate hanno colpito un mercato di Nahrawan, nel centro di Baghdad causando otto morti e cinque feriti, secondo un primo bilancio provvisorio stilato dai corrispondenti internazionali. I bombardamenti hanno fatto saltare ormai tutti i collegamenti telefonici interni in città e in alcuni quartieri manca anche la corrente elettrica. Un operatore umanitario contattato oggi nella capitale irachena ha spiegato alla MISNA che soprattutto la mancanza di collegamenti telefonici spinge molta gente ad uscire dalla propria abitazione e dai rifugi per andare a sincerarsi delle condizioni di parenti e amici, esponendosi così a forti rischi di restare coinvolti nei bombardamenti.

Ma nonostante la pressione, anche o forse soprattutto quella mediatica, si stia ormai spostando sulla capitale, continuano a restare aperti anche gli altri fronti. A sud la città di Bassora è ancora teatro di forti combattimenti e resiste nelle mani degli iracheni; anche ad Al Kut gli angloamericani hanno forti difficoltà e anche se dichiarano di essere entrati in città, sono loro stessi ad affermare di non controllarla. Saddam Hussein in un messaggio alla nazione letto dal ministro dell’informazione Mohammed Said al Sahaf ha lodato la resistenza della città di Al Kut.

Reparti di marines americani continuano ad essere impegnati a Najaf mentre a nord i ‘peshmerga’, gli alleati curdi degli angloamericani, avanzano verso Mossul, coperti dal fuoco dei bombardieri che oggi hanno sganciato numerosi ordigni nella zona, alcuni chiaramente udibili anche dai villaggi turchi che si trovano il confine. Misna