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Infanzia: Unicef, “oltre la metà dei bambini sotto i 5 anni con malnutrizione acuta ha meno di 2 anni

Oltre la metà dei bambini sotto i 5 anni con malnutrizione acuta – circa 23 milioni – ha meno di 2 anni, mentre la percentuale di bambini con malnutrizione cronica aumenta rapidamente tra i 6 mesi e i 2 anni poiché le diete non riescono a tenere il passo con le crescenti esigenze nutrizionali dei bambini. E’ quanto emerge da un rapporto dell’Unicef che mostra, in un’analisi condotta su 91 Paesi, che solo la metà dei bambini tra i 6 e i 23 mesi riceve il numero minimo raccomandato di pasti al giorno, mentre solo un terzo consuma il numero minimo di gruppi alimentari di cui ha bisogno per crescere. 

Ulteriori analisi su 50 Paesi con dati disponibili rivela che questi modelli di alimentazione inadeguata si sono protratti durante l’ultimo decennio. Secondo il rapporto  i bambini tra i 6 e i 23 mesi che vivono in aree rurali o delle famiglie più povere hanno molte più probabilità di seguire diete poco nutrienti rispetto a bambini della stessa fascia di età in aree urbane o più ricchi. Nel 2020, per esempio, la percentuale di bambini che riceveva il numero minimo di gruppi alimentari raccomandati era due volte più alta nelle aree urbane (39%) rispetto alle aree rurali (23%). I bambini sotto i 2 anni di età, secondo il rapporto, non stanno ricevendo il cibo o le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per prosperare e crescere bene, che porta a danni irreversibili allo sviluppo. L’Unicef ricorda che “crescenti povertà, diseguaglianze, conflitti, disastri legati al clima ed emergenze sanitarie come la pandemia da Covid-19, stanno contribuendo all’attuale crisi nutrizionale tra i più piccoli al mondo, che negli ultimi dieci anni, ha mostrato scarsi segnali di miglioramento”. Per garantire diete nutrienti, sicure e accessibili a ogni bambino, il rapporto chiede a governi, donatori, organizzazioni della società civile e attori per lo sviluppo di “lavorare insieme per trasformare i sistemi alimentari, sanitari e di protezione sociale attraverso delle azioni chiave” tra cui “aumentare la disponibilità e l’accesso a cibi nutrienti”, “implementare gli standard e le leggi nazionali per proteggere i bambini da alimenti e bevande trasformati e ultra-trasformati non sani e porre fine a pratiche di marketing dannose che hanno come target bambini e famiglie”.