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Macedonia: Pistone (Caritas Hellas) a Idomeni, «situazione terribile, una tragedia umana»

«Oggi la Macedonia ha chiuso completamente la frontiera e non si sa se è una decisione temporanea oppure questa è la fine della rotta balcanica»: lo ha spiegato ieri al Sir Rino Pistone, coordinatore migranti della Caritas Hellas per la Grecia del Nord, che si reca ogni giorno a Idomeni, il campo profughi alla frontiera dalla parte greca, a 80 chilometri da Salonicco. 

«Nel frattempo – continua – ha piovuto tutto il giorno, tantissimo, e alcune delle tende provvisorie sono allagate, fa freddo e nel campo ci sono tra le 13 e le 15mila persone, moltissime famiglie con bambini anche neonati, parenti anziani e alcune persone disabili». «La capienza di Idomeni è di 1800 persone e il campo è stato pensato come una sosta transitoria mentre adesso le persone ci vivono per settimane», continua Pistone. «Ci sono poche tende grandi allestite dall’Alto commissariato per i profughi mentre il resto della gente si arrangia e una parte dorme all’addiaccio». Le tende sono direttamente collocate sui terreni agricoli divenuti oggi pieni di fango in seguito alla pioggia. «Anche le condizioni sanitarie sono disastrose, mancano bagni e acqua – spiega il coordinatore della Caritas Hellas -. Molte delle persone sono raffreddate e alcune sono ammalate, c’è un vero e proprio allarme sanitario». Il sovraffollamento del campo di Idomeni sta creando disagi anche per la distribuzione degli aiuti. «Stamattina non siamo riusciti a distribuire i pacchetti cibo, gli impermeabili e il vestiario – dice Pistone –; è talmente pieno di gente che è pericoloso. C’è il rischio di creare assalti di persone».

«La chiusura delle frontiere non risolve il problema con i profughi ma lo aggrava come si vede concretamente a Idomeni, una situazione ingestibile, migliaia di persone in situazioni pietose», commenta Rino Pistone la decisione della Macedonia di chiudere la frontiera seguita dalle ulteriori restrizioni introdotte degli altri Paesi sulla «rotta balcanica». In Serbia, Croazia e Slovenia saranno ammessi solo migranti con visti e passaporti validi, misure che le autorità balcaniche spiegano con le decisioni del summit europeo con la Turchia del 7 marzo. «Finora molti dei migranti erano muniti solo dei pass di riconoscenza rilasciati all’arrivo dalla polizia greca che li identificava, perché erano rimasti senza documenti», spiega Pistone, per il quale «in questo modo, anche se la maggior parte proviene da Siria e dall’Iraq e avrebbe i requisiti per ottenere lo status non potranno mai raggiungere la loro meta desiderata, cioè la Germania». Nel pomeriggio a Idomeni sono arrivati dei pullman che cercavano di dislocare migliaia di migranti dalla frontiera per portarli ad Atene. «In questo modo la Grecia si trasforma in un campo profughi a tempo indeterminato – sostiene Pistone – e il Paese già stremato, la sua gente e tutti i migranti stanno pagando il rifiuto di solidarietà europea a caro prezzo».