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Nicaragua: lettera dei vescovi a Ortega, dalla risposta dipenderà la prosecuzione del Dialogo nazionale

Con una lettera al presidente Ortega i vescovi nicaraguensi cercano di alimentare la flebile fiamma del dialogo in un Paese che vive sempre più nella violenza e nel terrore.

Nessun, al momento, pubblico comunicato, ma una lettera riservata al presidente Daniel Ortega. Così i vescovi nicaraguensi cercano di alimentare la flebile fiamma del dialogo in un Paese che vive sempre più nella violenza e nel terrore, a causa degli attacchi delle forze paramilitari che, dopo aver – la scorsa settimana – riconquistato Masaya, negli ultimi giorni hanno messo nel mirino un altro avamposto della resistenza, la città di Jinotega, rimuovendo nel barrio Sandino le ultime barricate erette dai manifestanti che erano rimaste nel Paese.

Ieri – mentre dalle opposizioni veniva proclamata per sabato prossimo una manifestazione di appoggio alla Chiesa cattolica nicaraguense dopo gli attacchi, sia fisici che verbali, di Ortega e delle forze a lui legate – è dunque trapelata la notizia che i vescovi hanno scritto direttamente al presidente. I contenuti della missiva sono rimasti riservati, ma evidentemente, è stato chiesto a Ortega se la Conferenza episcopale è ancora gradita nel suo ruolo di mediatrice e testimone. Era stato proprio il presidente, a fine aprile, a chiedere ai vescovi di svolgere tali funzioni al tavolo del Dialogo nazionale. Ma la scorsa settimana Ortega ha rivolto un pesante attacco proprio ai vescovi, definendoli «golpisti» e sconfessando su tutta la linea la «road map» che avevano provato a immaginare per il pieno ristabilimento della pace e della vita democratica, a partire dall’anticipo delle elezioni presidenziali alla primavera del 2019. Insomma, una contraddizione che l’Episcopato chiede di chiarire in via preliminare.

Intanto la situazione resta drammatica a Jinotega, dove i paramilitari hanno preso il controllo della città e hanno perfino sparato alcuni colpi mentre veniva sepolta una delle vittime dell’attacco di questi giorni, un giovane di soli sedici anni. Lo ha coraggiosamente denunciato, via Twitter, il vescovo, mons. Carlos Enrique Herrera.

 

 

Ieri, festa di san Giacomo Apostolo, il cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha celebrato una messa di riparazione per le recenti profanazioni nella città di Jinotepe. Il cardinale ha invitato i fedeli a non cedere alle provocazioni e a non rispondere con gesti violenti agli attacchi, spiegando che l’odio può essere vinto solo con l’amore. Sempre ieri, inoltre, il vescovo di Estelí, mons. Abelardo Mata, ha diffuso un comunicato, nel quale invita la popolazione a continuare a manifestare in modo pacifico e a rispondere agli attacchi con la preghiera. Nel contempo chiede che cessino le profanazioni delle chiese da parte delle forze paramilitari filogovernative.

Infine, da registare anche una controversia tra il governo di Managua e quello brasiliano, che ha chiesto spiegazioni chiare sulla dinamica dell’uccisione, avvenuta lunedì a Managua, della giovane studente brasiliana Raynéia Lima.