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Nigeria: liberato don Maurizio Pallù. Card. Betori: «Contento e sollevato»

È stato liberato ed è in buone condizione don Maurizio Pallù, il missionario fiorentino (anche se incardinato nella Diocesi di Roma), che era stato rapito giovedì scorso in Nigeria. Le sue prime parole appena liberato nell'intervista a Radio Vaticana.

È stato liberato ieri sera poco prima di mezzanotte, in buone condizioni di salute, don Maurizio Pallù, il sacerdote itinerante del Cammino neocatecumenale rapito giovedì scorso nel sud della Nigeria. A darne la notizia è Radio Vaticana, confermata dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ai microfoni di Radio Capital. Il sequestro è stato opera di un gruppo di criminali locali che aveva derubato e portato via il sacerdote mentre si trovava in macchina assieme ad altre persone. Tra i sequestrati non c’era solo il sacerdote come reso noto in un primo momento ma anche alcuni nigeriani. Subito dopo il rapimento per la sua liberazione aveva pregato Papa Francesco.

«Mi rallegro e sono sollevato per la notizia della liberazione di don Pallù per cui abbiamo molto pregato». Così l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, commenta la notizia dell’avvenuta liberazione di don Maurizio Pallù. «Ringraziamo il Signore – aggiunge Betori – per aver protetto questo suo figlio, prete neocatecumenale in missione, che come tantissimi sacerdoti missionari nel mondo sta spendendo la propria vita a fianco degli ultimi».

In un’intervista esclusiva rilasciata a Debora Donnini di Radio Vaticana, mentre rientrava ad Abuja, don Maurizio ha raccontato di esser stato preso come ostaggio insieme ad un «fratello nigeriano» e «una studentessa nigeriana»: «Il 12 ottobre – ha spiegato – siamo stati prelevati sulla strada, sono venuti fuori sparando e poi ci hanno portato nella foresta. Eravamo tre, era un banda di rapitori, abbiamo camminato abbastanza verso un  luogo solitario e poi siamo stati lì, loro avevano poco da mangiare, ci davano quello che avevano, siamo andati avanti, abbiamo bevuto l’acqua del torrente, un’acqua marroncina… comunque siamo in vita».

Don Maurizio sta bene e vorrebbe rimanere in Nigeria, anche se gli è stato chiesto di rientrare in Italia. Ha detto di aver avuto «attimi di paura» ma di aver sempre sentito « l’assistenza dei santi, della Vergine Maria, di Carmen Hernandez (iniziatrice del Cammino neocatecumenale – ndr)».  «In un anno – ha raccontato ancora a Radio Vaticana – sono stato rapito due volte ma io sono convinto che Dio distruggerà l’opera del demonio. Un’altra cosa importante da sottolineare è questa: i due rapimenti sono avvenuti tutti e due nella festa della Madonna di Fatima, il 13 ottobre. L’anno scorso siamo stati rapiti il 13 ottobre e attraverso un miracolo della Madonna siamo stati rilasciati dopo un’ora e mezza. Quest’anno siamo stati rapiti il 12 ottobre, la vigilia della festa del miracolo del sole a Fatima. Infatti stavo andando a Benin City dove i vescovi della Nigeria hanno celebrato la riconsacrazione della Nigeria alla Vergine Maria e volevo essere presente lì il 13 ottobre per questa grande Eucaristia e invece il 13 ottobre l’ho passato nella foresta e ho ricevuto un segno dell’attenzione materna di Maria e poi la domenica ho ricevuto la conferma che la Madonna e tutti i santi ci avrebbero tirato fuori  da questa situazione. Non molliamo!».