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Siria: voci contrastanti su vicenda monache di Maalula

La vicenda delle monache prelevate dal convento d Santa Tecla dopo l'occupazione della città di Maalula da parte delle milizie anti-Assad rimane non del tutto chiarita.

Secondo fonti di Damasco confermate alle agenzie anche dal nunzio apostolico Mario Zenari, la madre superiora Pelagia Sayyaf ha potuto parlare per telefono con il Patriarcato greco ortodosso di Antiochia mercoledì 4 dicembre, confermando che le suore per ora stanno bene. Mentre Musab al Jair, portavoce del Consiglio militare di Damasco (organismo dei ribelli), ha riferito all’agenzia Efe che le suore potrebbero essere liberate in qualche località della regione del Qualamun, in risposta alle richieste provenienti dai cristiani di tutto il mondo. Le monache si troverebbero attualmente nella città di Yabrud, controllata dai ribelli. Secondo quanto riporta l’agenzia Fides, sulla vicenda le ricostruzioni sono contrastanti: dopo l’occupazione di Maalula da parte delle milizie ribelli le fonti ufficiali del regime hanno scritto che le suore e gli orfani presenti nel monastero erano stati rapiti da terroristi con lo scopo di farne scudi umani. Sul lato opposto, i ribelli hanno diffuso la versione secondo cui cecchini fedeli al regime avevano tentato di bloccare i tentativi di evacuazione delle suore operati per garantire la loro incolumità.

Secondo quanto conferma l’organizzazione Middle East Concern, la maggior parte delle suore si erano già trasferite in un luogo più sicuro prima dell’ultimo attacco dei ribelli alla città di Maalula. Allo stesso modo, anche i 21 orfani ospitati nel monastero erano stati portati a Damasco. Nel santuario era rimasta solo la madre superiora Pelagia Sayyaf e alcune monache anziane. Su Maalula è intervenuto anche Gregorio III Laham, Patriarca melchita di Antiochia e di tutto l’Oriente, con sede a Damasco. In una nota il Patriarca esprime forte preoccupazione per la nuova invasione del villaggio cristiano e ricorda con gioia il recente incontro della Chiesa melkita con Papa Francesco nel corso del quale ha chiesto al Pontefice di «aiutare i cristiani siriani a restare in Medio Oriente». Secondo Gregorio III in Siria vi sono 9 milioni di sfollati. Oltre 1,2 milioni di siriani sono fuggiti in Libano: tra loro circa 42mila cristiani. Nel complesso sono 450mila i cristiani (delle diverse confessioni) emigrati all’estero. Secondo le cifre fornite dal Patriarca, tra i cristiani siriani vi sono circa 1.200 morti, fra civili, soldati, suore e sacerdoti. Le chiese danneggiate sono almeno 60.