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Turchia: mons. Bizzeti (vicario Anatolia), «Erdogan tenga conto del no di metà paese»

Se ci sono stati brogli si presentino le prove, altrimenti il voto va rispettato. Lo ha detto al Sir il vicario apostolico di Anatolia, monsignor Paolo Bizzeti. Che però sottolinea come il Paese sia spaccato a metà.

«Ci troviamo di fronte a una svolta storica. Non va sottovalutata la portata di questo momento per la Turchia. Circa 25 milioni di cittadini hanno votato favorevolmente al referendum, ma un numero quasi pari si è schierato su una posizione contraria. La Turchia è divisa a metà». È il commento al Sir di monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico di Anatolia, all’indomani del referendum che ha visto una vittoria di misura del «Sì» (51,4%) alle riforme costituzionali che assegnano i poteri al presidente.

«Lo scenario che ci troviamo di fronte non era facile da prevedere. La campagna per il ‘Sì’ è stata massiccia, il presidente e il primo ministro si sono spesi in prima persona in molti incontri e comizi. La metà dei turchi, però, non è rimasta convinta dalle argomentazioni. E questo – aggiunge mons. Bizzeti – dovrà essere tenuto in conto. Non si può governare tranquillamente quando metà della popolazione si è espressa in modo negativo». Il vicario apostolico sottolinea che «il risultato del referendum deve essere rispettato» e se qualche osservatore internazionale ha prove di brogli deve presentare «elementi concreti».

Quanto alle proteste di piazza, mons. Bizzeti conclude: «Non si risolvono le questioni con gli scontri. Spero non ci siano atti violenti o manifestazioni accalorate, che accenderebbero ancora di più lo scontro sociale. La battaglia dovrà essere portata avanti sul piano politico e attraverso i canali istituzionali. Una deriva brutale non giova a nessuno».