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Ue: richiamo a 7 Stati sul bilancio. Roma minaccia il veto. Schengen «chiusa» per altri tre mesi

Le lettere di richiamo della Commissione sui bilanci giunta a 7 Paesi (Italia, Spagna, Belgio, Cipro, Finlandia, Lituania, Portogallo), la tensione sull’accoglienza dei migranti, le minacce italiane di bloccare il bilancio comunitario con il veto: sono i temi che si discutono nei corridoi dell’Europarlamento, riunito in sessione plenaria a Strasburgo.

In mattinata si discute degli esiti del Consiglio europeo della scorsa settimana: la Commissione insiste nel sostenere la responsabilità di tutti i Paesi per accogliere i rifugiati, ma al contempo è costretta a rinviare l’apertura delle frontiere di Schengen, rimandando la libera circolazione all’inizio del 2017. In emiciclo arriva anche il budget Ue sul quale permangono distanze tra le cifre richieste dagli eurodeputati e quelle proposte dal Consiglio (Stati membri). Sulla estensione dei controlli «temporanei» dell’area Shengen occorre ricordare che si tratta in particolare delle frontiere di Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia. «Malgrado una graduale stabilizzazione della situazione, la Commissione ritiene che non siano ancora pienamente soddisfatte le condizioni per ritornare al normale funzionamento dello spazio Schengen».

Dimitris Avramopoulos, commissario per la migrazione, afferma: «Il nostro intento e la nostra priorità sono ben chiari: tutelare Schengen e ripristinare il normale funzionamento di questo spazio non appena le condizioni lo consentiranno. Negli ultimi mesi abbiamo compiuto passi importanti per eliminare le carenze alle nostre frontiere esterne. Una tappa fondamentale del nostro lavoro è il recente varo della guardia di frontiera e costiera europea, che ci consentirà di affrontare meglio le sfide legate alla migrazione e alla sicurezza. Ma purtroppo l’obiettivo non è ancora stato raggiunto. Per questo motivo raccomandiamo di mantenere, per un periodo di tempo rigorosamente limitato, controlli coordinati e proporzionati ad alcune frontiere Schengen».