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Venezuela: mons. Fernández, «il popolo chiede un cambiamento politico. No a spargimento di sangue»

Mons. José Trinidad Fernández, vescovo ausiliare di Caracas e segretario generale della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), ribadisce che «Serve un cambiamento politico, il popolo lo chiede, per andare a elezioni chiare e trasparenti».

«Serve un cambiamento politico, il popolo lo chiede, per andare a elezioni chiare e trasparenti». Ad affermarlo è mons. José Trinidad Fernández, vescovo ausiliare di Caracas e segretario generale della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), contattato dal Sir, al termine della conferenza stampa attraverso la quale la Chiesa venezuelana si è nuovamente espressa sulla situazione del Paese a 48 ore di distanza dalle oceaniche manifestazioni pubbliche di sabato scorso, attraverso un comunicato della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), della Conferenza dei religiosi e delle religiose (Conver) e del Consiglio nazionale dei laici del Venezuela (Cnl). Mons. Fernández evidenzia l’importanza di un pronunciamento compatto di vescovi, religiosi, laici: «Un comunicato congiunto è espressione di una Chiesa sinodale, così come ci chiede Papa Francesco. In questo caso, poi, sentiamo che questa è la posizione di tutto il popolo. Dio ci chiede di interpretare i segni dei tempi ed è quello che cerchiamo di fare». Prosegue il presule: «Ci ispira anche il recente messaggio del Papa per la Giornata della pace, nel quale si parla dell’esigenza di una buona politica a servizio della pace. E quello che cerchiamo di fare in questo momento, nel quale il tessuto sociale va riorganizzato. Non vogliamo più vedere persone detenute arbitrariamente, bambini cercare cibo nell’immondizia».

«Siamo in costante contatto con il Vaticano, con il Papa, con il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin e con il nunzio, mons. Aldo Giordano. Sappiamo che il Papa è molto preoccupato che ci sia spargimento di sangue. Non vogliamo che questa cosa accada, per nessuna ragione al mondo»m afferma mons. José Trinidad Fernández. «Sappiamo che quella venezuelana è gente pacifica, serve una soluzione negoziata e pacifica, che rispetti tutti. Vale particolarmente in questo momento il comandamento ‘non uccidere’ e questo dev’essere un processo di pace, non di guerra». Al tempo stesso, le azioni di Maduro, compresa la lettera scritta al Papa, della quale ha parlato ieri il segretario di Stato Vaticano, sembrano azioni «per guadagnare tempo». Certo, prosegue il segretario generale della Cev, «la richiesta di dialogo è la nostra e lo abbiamo ribadito tante volte nei nostri pronunciamenti. Un dialogo che deve portare a quella transizione pacifica e a quel cambiamento politico che il popolo sta chiedendo». Oltre a questo, la Chiesa venezuelana continua a segnalare la situazione drammatica della popolazione, la mancanza di cibo e medicine, «è fondamentale aprire il Paese agli aiuti umanitari, siamo in una situazione drammatica, inaudita, i bimbi sono denutriti e mancano i farmaci di base, quelli più comuni».