Opinioni & Commenti

Famiglia solida o coppia liquida

di Umberto FolenaManila? La mesta riunione dei morti viventi. A dirlo non siamo noi ma il sociologo Ulrich Bech. O meglio potremmo farglielo dire parafrasando la sua definizione di famiglia, «istituzione zombie». Morta che cammina. Defunta che ancora non s’è accorta di esserlo e si agita negli ultimi allegri sussulti.

Esagerazioni? Certamente, come ogni provocazione degna di tal nome. Ma anche estrema coerenza. Non è che Bech ne gioisca. Ma, con il sociologo Zygmunt Bauman, polacco con cattedra a Leeds, è convinto che il nostro mondo, il mondo uscito dalla lunghissima guerra del Novecento tra democrazie e totalitarismi, tra capitalismo e comunismo, abbia abbracciato la cosiddetta «modernità liquida». I suoi valori? Il movimento, la flessibilità, la fluidità. Scrive Bauman: «Oggi è la pazzesca velocità di circolazione, di riciclaggio, di obsolescenza, di smaltimento e di sostituzione che crea profitto, non la durata e l’affidabilità nel tempo del prodotto». Anche del prodotto-famiglia.

E ancora: «Qualsiasi rete densa e fitta di legami sociali, e in particolare una rete profondamente radicata nel territorio, è un ostacolo da eliminare. I poteri globali sono intenti a smantellare tali reti per poter godere di una costante e crescente fluidità. Ed è la caducità, la friabilità, l’inconsistenza e la provvisorietà dei legami e delle reti di interazione umana che consente, in ultima analisi, a tali poteri di assolvere il loro intento».Care famiglie, volete essere moderne, apprezzate e trendy? Fatevi friabili, inconsistenti e provvisorie. Altro che amarsi per sempre, finché morte eccetera. Esagerazioni? Stavolta no. Accendete la tv. Nei talk-show la famiglia è un problema, è in crisi, se ne parla quando un adolescente ammazza i genitori. I coniugi vi appaiono lividi, incerti, insicuri. Sotto accusa. Condannati all’inevitabile declino: no, il futuro non appartiene alla famiglia ma alla coppia fluida, che si lega e si scioglie con disinvoltura «liquida». La coppia appare sorridente e positiva. La coppia fluida è libera, alla moda, spende bene e spensieratamente, altro che «offerta famiglia».La coppia è amata dal mercato, la famiglia tollerata. Lo dicono benissimo, in parole e immagini, i protagonisti di Casomai, il film-gioiello di Alessandro D’Alatri, che comincia a essere una sorta di must ai corsi per fidanzati, perlomeno quelli che riescono a liberarsi dal logoro, pigro schema psicologo-sociologo-moralista-coppianimatrice-parroco.

Il mercato che si fa ideologia e pretende di abbracciare ogni aspetto della nostra vita, compresi valori, pensieri e comportamenti, non può sopportare i contratti per sempre. Scherziamo? La modernità è fluida e la famiglia, corpo solido, deve lottare. Battaglia persa? A Manila si ritrovano davvero degli zombie? Dobbiamo dare un dispiacere al mercato ideologico: no, la battaglia è tutt’altro che persa. Ma per vincerla occorre prendere coscienza che una battaglia c’è e va combattuta, a partire da due piani: la cultura e la testimonianza. Cultura qui non significa erudizione, ma consapevolezza da parte delle famiglie del proprio ruolo e della propria missione. Per poter dare testimonianza, ossia spiegare, con i gesti e le parole, perché la famiglia è attuale, è il futuro, e non tutto può né deve essere fluido. Magari ricordando quanto il presidente Ciampi ci ha detto nel suo messaggio di Capodanno: «Famiglie più unite generano cittadini migliori». Se non volete combattere per fede, combattete per patriottismo.

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