Dal n. 4 del 26 gennaio 2003
Famiglia solida o coppia liquida
Manila? La mesta riunione dei morti viventi. A dirlo non siamo noi ma il sociologo Ulrich Bech. O meglio potremmo farglielo dire parafrasando la sua definizione di famiglia, «istituzione zombie». Morta che cammina. Defunta che ancora non s'è accorta di esserlo e si agita negli ultimi allegri sussulti. Esagerazioni? Certamente, come ogni provocazione degna di tal nome. Ma anche estrema coerenza.
DI UMBERTO FOLENA

di Umberto Folena
Manila? La mesta riunione dei morti viventi. A dirlo non siamo noi ma il sociologo Ulrich Bech. O meglio potremmo farglielo dire parafrasando la sua definizione di famiglia, «istituzione zombie». Morta che cammina. Defunta che ancora non s'è accorta di esserlo e si agita negli ultimi allegri sussulti.
Esagerazioni? Certamente, come ogni provocazione degna di tal nome. Ma anche estrema coerenza. Non è che Bech ne gioisca. Ma, con il sociologo Zygmunt Bauman, polacco con cattedra a Leeds, è convinto che il nostro mondo, il mondo uscito dalla lunghissima guerra del Novecento tra democrazie e totalitarismi, tra capitalismo e comunismo, abbia abbracciato la cosiddetta «modernità liquida». I suoi valori? Il movimento, la flessibilità, la fluidità. Scrive Bauman: «Oggi è la pazzesca velocità di circolazione, di riciclaggio, di obsolescenza, di smaltimento e di sostituzione che crea profitto, non la durata e l'affidabilità nel tempo del prodotto». Anche del prodotto-famiglia.
E ancora: «Qualsiasi rete densa e fitta di legami sociali, e in particolare una rete profondamente radicata nel territorio, è un ostacolo da eliminare. I poteri globali sono intenti a smantellare tali reti per poter godere di una costante e crescente fluidità. Ed è la caducità, la friabilità, l'inconsistenza e la provvisorietà dei legami e delle reti di interazione umana che consente, in ultima analisi, a tali poteri di assolvere il loro intento».
Care famiglie, volete essere moderne, apprezzate e trendy? Fatevi friabili, inconsistenti e provvisorie. Altro che amarsi per sempre, finché morte eccetera.
Esagerazioni? Stavolta no. Accendete la tv. Nei talk-show la famiglia è un problema, è in crisi, se ne parla quando un adolescente ammazza i genitori. I coniugi vi appaiono lividi, incerti, insicuri. Sotto accusa. Condannati all'inevitabile declino: no, il futuro non appartiene alla famiglia ma alla coppia fluida, che si lega e si scioglie con disinvoltura «liquida». La coppia appare sorridente e positiva. La coppia fluida è libera, alla moda, spende bene e spensieratamente, altro che «offerta famiglia».
La coppia è amata dal mercato, la famiglia tollerata. Lo dicono benissimo, in parole e immagini, i protagonisti di Casomai, il film-gioiello di Alessandro D'Alatri, che comincia a essere una sorta di must ai corsi per fidanzati, perlomeno quelli che riescono a liberarsi dal logoro, pigro schema psicologo-sociologo-moralista-coppianimatrice-parroco.
Il mercato che si fa ideologia e pretende di abbracciare ogni aspetto della nostra vita, compresi valori, pensieri e comportamenti, non può sopportare i contratti per sempre. Scherziamo? La modernità è fluida e la famiglia, corpo solido, deve lottare. Battaglia persa? A Manila si ritrovano davvero degli zombie? Dobbiamo dare un dispiacere al mercato ideologico: no, la battaglia è tutt'altro che persa. Ma per vincerla occorre prendere coscienza che una battaglia c'è e va combattuta, a partire da due piani: la cultura e la testimonianza. Cultura qui non significa erudizione, ma consapevolezza da parte delle famiglie del proprio ruolo e della propria missione. Per poter dare testimonianza, ossia spiegare, con i gesti e le parole, perché la famiglia è attuale, è il futuro, e non tutto può né deve essere fluido. Magari ricordando quanto il presidente Ciampi ci ha detto nel suo messaggio di Capodanno: «Famiglie più unite generano cittadini migliori». Se non volete combattere per fede, combattete per patriottismo.
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La crisi della famigli è frutto della globalizzazione?
Provo solo una grande sconsolazione a leggere tali commenti...Sic..
Totale 1 commenti