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AFGHANISTAN, SI TEMONO DECINE VITTIME CIVILI PER COMBATTIMENTI A KANDAHAR; PRIME AMMISSIONI NATO

Potrebbero essere da 50 a 85, secondo le stime diffuse da diverse fonti dell’amministrazione locale e testimonianze raccolte, i civili uccisi negli ultimi giorni nei combattimenti tra il contingente internazionale dell’Isaf e miliziani talebani nella provincia di Kandahar. Ieri il portavoce della coalizione Nato aveva annunciato l’uccisione di 38 miliziani (bilancio oggi salito a 48) durante quattro distinte offensive nei distretti di Panjwayi e Zhari contro “infiltrazioni di talebani”, aggiungendo di essere al corrente solo di quattro feriti e probabilmente non civili. Ma dopo le denunce di differenti rappresentanti delle istituzione locali sulla morte di decine di persone per i bombardamenti, l’Isaf ha fatto oggi le prime ammissioni indirette sulla possibilità che “alcuni civili” siano rimasti coinvolti, esprimendo “profondo rammarico”.

“Gli insorti usano la popolazione come scudi umani”, ha detto Mark Laity, il rappresentante civile della Nato in Afghanistan assicurando ogni sforzo per “minimizzare ogni problema”, riferendosi con tale espressione alle perdite di civili. Sia le autorità governative nazionali che l’Isaf hanno inviato esperti sul posto per verifiche, mentre la missione dell’Onu in Afghanistan (Unama), ha chiesto l’apertura di un’inchiesta “preoccupata dalla notizie che un gran numero di persone possa essere morto durante operazioni militari” si legge in un comunicato. Misna