Toscana

Aeroporti: Firenze e Pisa declassati. Rossi e i Sindaci: incomprensibile

Pisa e Firenze, con i loro 6,35 milioni di passeggeri, rappresentano il quarto polo aeroportuale italiano dopo Roma, Milano e Venezia. Non appare quindi comprensibile che l’«L’Atto di indirizzo per la definizione del Piano Nazionale per lo sviluppo Aeroportuale», licenziato ieri dal Ministero delle infrastrutture, non inserisca i due aeroporti toscani nel «core network», ovvero tra gli scali considerati di rilevanza strategica a livello UE in quanto pertinenti a città o nodi primari, inserendoli invece nella «comprehensive network», dove si trovano gli impianti con movimenti superiori al milione di passeggeri anno e indispensabili ad assicurare la continuità territoriale.E’ quanto sostengono il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e quello di Firenze Matteo Renzi in una lettera inviata al responsabile del Dicastero, Corrado Passera, chiedendogli un incontro urgente per illustrare lo stato di attuazione del processo di integrazione delle società dei due aeroporti toscani e di ammodernamento di quello di Firenze.

L’atto di indirizzo, spiega il Ministero, «al fine di ridurre la frammentazione esistente e favorire un processo di riorganizzazione ed efficientamento, formula una proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, che costituiranno l’ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni». Questi sono divisi in aeroporti inseriti nella Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia; aeroporti inseriti nella Comprehensive Network: con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona; con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell’ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste; indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa, Pantelleria. Previsti anche quegli aeroporti non facenti parte delle reti europee: con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini; e destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno. 

Rossi, Filippeschi e Renzi ricordano anche che nella proposta di Piano nazionale degli aeroporti, approvata dal cda dell’Enac nel febbraio 2012 e trasmessa al Ministero, pur recependo anche le categorie Ue «Core/Comprehensive» relative alle reti Ten-t, si inserivano gli aeroporti di Pisa e di Firenze tra gli aeroporti strategici nell’ambito del sistema aeroportuale italiano. La suddivisione degli aeroporti di interesse nazionale in aeroporti strategici e primari non appare invece nell’Atto di Indirizzo emanato oggi. Questo porta al mancato riconoscimento del ruolo strategico degli aeroporti toscani nell’ambito del sistema aeroportuale nazionale: un dato che è invece attestato innanzitutto dai numeri e confermato dal processo in corso di costruzione di un sistema integrato regionale. 

«Anzi – sottolineano i tre amministratori toscani – proprio il processo di integrazione tra i due aeroporti, che sta muovendo i suoi primi importantissimi passi, e il fatto che si sia in presenza di due società di gestione quotate in Borsa, con sistemi di governance mista (compresenza di capitali pubblici e privati), richiede particolare attenzione». Di qui le richiesta di mantenere e confermare il carattere strategico dei due aeroporti internazionali della Toscana e quella dell’incontro con il ministro.

Duro il commento della consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto): «L’empasse che da anni contraddistingue il comportamento della Giunta Regionale in merito ai due scali aeroportuali sta portando alla loro svalutazione, facendo si che altri aeroporti, anche solo per il fatto di avere serie progettualità per il futuro, ci passino avanti nonostante numeri nettamente inferiori».