Toscana

Agricoltura: parte da Firenze il «Rinascimento verde»

«Oggi la finanza fa paura – ha detto Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia – perché ci siamo resi conto che non è più al nostro servizio ma che piuttosto ci governa senza scrupoli con danni economici e ambientali che riducono drasticamente la qualità della vita. Bisogna cambiare registro, bisogna ripartire dalla terra, da chi crea valore nei campi di grano o nei frutteti. Oggi dagli Uffizi di Firenze – ha concluso Sassi – vogliamo dimostrare che un Rinascimento verde è possibile, che l’agricoltura può essere sostenuta da una finanza nuova e intelligente».

Intanto a livello mondiale, secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, «sta crescendo la preoccupazione sulla sicurezza alimentare del pianeta per una serie di fenomeni che vanno dalla forte crescita demografica, ai cambiamenti climatici, alla controversa questione dell’agricoltura industriale. Ma in Italia le condizioni per ripartire ci sono, a patto che si superino i punti critici come la perdita di suolo agricolo e si recuperi l’integrazione di reddito, ad esempio con l’agriturismo o la filiera corta».

Coniugare crescita e qualità della vita è stato l’imperativo di Sergio Marini, presidente della Coldiretti, che ha parlato della «straordinaria Italia della biodiversità, dei territori, delle tantissime culture che riescono a produrre così tanto cibo di grande qualità e di grande sicurezza, un modello di impresa familiare che valorizza la socialità e arricchisce di socialità il territorio. Il nostro è un brand agroalimentare da esportare in tutti i paesi anche per risolvere i problemi drammatici che il mondo vive in tema di cibo e di alimentazione a causa di una ingiusta distribuzione».

Il partenariato tra settore privato e pubblico è stato indicato da Eliana Haberkon, della Fao, come «possibile contributo a risolvere il problema di coloro a cui viene ancora negato il diritto alla alimentazione, ma anche a dar vita a un meccanismo di crescita economica ecosostenibile basato sulla responsabilità nei confronti della società e del futuro delle nuove generazioni».

Contestando l’affermazione iniziale di Ronchi sulla questione demografica, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, ha ribadito che «gli uomini e le donne non sono mai il problema, bensì la soluzione del problema». Il direttore ha anche rivendicato il ruolo unico del quotidiano cattolico nel denunciare ingiustizie e nuove forme di colonialismo («certe logiche vanno spezzate innanzitutto rivelandole»), mentre ha insistito sulla «custodia della terra» e sulla formula per uscire dalla crisi: usare «il portafoglio come strumento di libertà, scegliendo quei prodotti frutto della sostenibilità umana, di chi pesa l’utente finale: colui che vorrebbe amare ciò di cui sente la necessità per vivere».