Toscana

Agriturismo, ambasciatore della Toscana nel mondo

di Andrea BernardiniAmbasciatore delle specialità regionali nel mondo, richiamo per italiani e stranieri, da un po’ di tempo indice di inflazione, inserito, con altri prodotti e servizi, nel cosiddetto paniere. L’agriturismo vive un momento di grazia, è uno dei pochi settori in crescita nell’attività agricola in Toscana. Il successo dell’agriturismo si misura con i numeri. Quelli dei turisti e delle strutture ricettive.Nella nostra regione nel settembre dello scorso anno erano 2313 le aziende attive, il 13% in più dell’anno precedente, 19034 unità abitative, 8406 camere, 27440 posti letto, una su quattro dotata di ristorazione, 381 capaci di offrire proposte ricreative. Un patrimonio che sicuramente è cresciuto ancora in questi mesi. Se si tien conto del numero delle aziende, la provincia a più alta vocazione agrituristica della regione è quella di Siena, seguita da Grosseto, Firenze ed Arezzo. Tra i comuni, spicca Grosseto. E nella hit c’è una realtà pisana che si distingue, Volterra, con le sue 37 strutture.L’agriturismo rappresenta un’ottima occasione di integrazione del reddito per gli agricoltori. Secondo stime datate 2001, infatti, gli agrituristi avrebbero speso nella nostra Regione circa 350 milioni di euro. Nel 2001 hanno trascorso una vacanza in agriturismo più di 303mila persone, le presenze hanno superato il tetto del milione e settecentomila. I più assidui frequentatori, i tedeschi, seguiti da inglesi, americani, olandesi e belgi. E gli italiani? Nel 2001 137.766 arrivi e poco meno di 542mila presenze, ma nelle ultime stagioni gli italiani interessati a trascorrere qualche giorno in un’azienda agrituristica sono senza dubbio aumentati. Motivo? L’agriturismo si pone come bene-rifugio, la crisi politica internazionale, la guerra nel Golfo e il pericolo Sars hanno frenato l’esodo all’estero degli italiani, che, così, hanno trovato una valida alternativa nelle strutture della campagna. Le ragioni di un successoMa dove stanno le ragioni del successo degli agriturismi? Massimo Camillieri 39 anni, è il presidente regionale di Terranostra Toscana, associazione nata in seno a Coldiretti e che raggruppa una discreta fetta di tutti gli agriturismi presenti nella nostra regione: «L’agriturista è, in generale, un ospite che apprezza i valori della campagna e che è a caccia di pace, tranquillità, relax – dice. I turisti stranieri, in genere, non amano la vacanza stanziale, preferiscono muoversi alla scoperta del territorio; quelli italiani, al contrario, amano trascorrere la vacanza in azienda. Sono spesso accompagnati dai figli piccoli e a loro vogliono far scoprire una realtà diversa da quella della città». La storia di Camillieri è significativa della capacità di fare impresa in questo settore. Ce ne siamo resi conto recandoci nella sua azienda, «Le Castelline», che gestisce insieme al padre Mario: quaranta ettari di terreno destinati alla produzione di vino ed ortaggi, dove alleva mucche di razza chianina ed offre ospitalità a italiani e stranieri che per qualche giorno vengono qui per riconciliarsi con il creato, seguire il ritmo della vita contadina, trovare un clima familiare e gustare i piatti tipici locali. Non rinunciare alla vita in campagna è indice di attaccamento ai valori che la cultura contadina veicola. Pensare ad un’azienda agrituristica a due passi due da una cittadina a vocazione industriale, ha il sapore della sfida. Ottenere la fiducia di gente comune, insegnanti di scuole del territorio, giornalisti italiani e stranieri, vip della politica e del sindacato che alle «Castelline» chiedono carne e salumi pregiati, complicità e discrezione per un week-end di relax, una festa di famiglia o un incontro informale, è il risultato, invece, di una sfida riuscita.La sua azienda è anche, per certi versi, specchio degli agriturismi in Toscana: «In genere – dice – le aziende agrituristiche sono piccole e dispongono di meno di dodici posti letto. Sono di questa taglia circa i 2/3 degli agriturismi. Le aziende grandi rappresentano appena il 2% del totale. La crescita dell’agriturismo, dunque, ha interessato negli ultimi anni soprattutto le aziende medio–piccole, per le quali l’agriturismo rappresenta davvero un occasione di integrazione del reddito agricolo».A.B.

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