Toscana

Agriturismo, guerra agli abusivi

di Simone PitossiMaggiori controlli e sanzioni. Meno burocrazia. Ma anche novità importanti per aiutare la diffusione dell’agriturismo in territori rurali, in particolare montani, finora meno interessati al fenomeno, per promuovere attività come l’agricampeggio, per consolidare il ruolo delle imprese come veri e propri presidi dei sapori e dei saperi enogastronomici della Toscana. Tutto questo prevede la revisione normativa della disciplina sull’agriturismo che la Regione Toscana presenterà a breve e le cui linee principali sono state presentate a Monte San Savino, nel seminario «Agriturismo: un’opportunità per l’agricoltura toscana», organizzato dalla Regione Toscana e dall’Arsia. «Sono convinto che la strada percorsa in questi anni è quella giusta, come è dimostrato dagli straordinari incrementi, talvolta a doppia cifra, registrati in questi anni», spiega l’assessore all’agricoltura Tito Barbini. Tutto ciò, continua l’assessore, «senza snaturare l’identità del nostro agriturismo, i suoi profondi legami con il territorio, il punto fermo dell’agriturismo come attività complementaria delle altre attività agricole».La revisione normativa nasce anche a seguito della riforma del titolo quinto della Costituzione, che assegna alle Regioni una completa autonomia in materia di agricoltura. Tra le altre cose, permetterà di garantire la connessione e la complementarietà tra attività agrituristica e tutte le altre attività agricole che devono essere realmente esercitate.

Anzi la normativa ribadisce l’obbligo della «principalità» delle attività agricole sull’attività agrituristica, con la novità che essa potrà essere dimostrata facendo riferimento a tre criteri alternativi, relativi al fatturato, alle ore di lavoro, oppure agli investimenti.

La semplificazione burocratica – con l’ampio ricorso all’autocertificazione – si accompagnerà ad un rafforzamento dei controlli e delle sanzioni, soprattutto per quanto riguarda le attività abusive. La proposta di legge prevede infatti sanzioni da 2.000 a 10.000 euro per «chiunque utilizzi i termini agriturismo, agrituristico o similari senza avere l’autorizzazione agrituristica».La legge rafforzerà anche l’obiettivo primario del sostegno alla salvaguardia dell’ambiente. «È assolutamente fondamentale – continua l’assessore – che agricoltura e ambiente continuino a vivere in perfetta osmosi così come in Toscana hanno sempre saputo fare nel corso dei secoli, e su questo la nuova legge in materia di agriturismo darà un suo rilevante contributo».

La nuova normativa agevolerà la possibilità di sviluppare l’agriturismo in quelle zone «montane e svantaggiate» che in alcuni casi sono rimaste fuori dal processo di sviluppo di questa attività: attività che finora si è frequemente attestata in prossimità delle città d’arte e dei territori più facilmente accessibili.

E offrirà anche migliori opportunità per diffondere una forma di ospitalità come l’agricampeggio, finora poco diffusa in Toscana. Per quanto riguarda la ristorazione, le novità non punteranno a liberalizzare questa attività, ma a disciplinarla e indirizzarla verso precisi obiettivi, quale la promozione dei cibi tradizionali e locali.

In particolare, è stata demandata ai Comuni la possibilità di individuare, all’interno di zone montane particolarmente svantaggiate e con carenza di esercizi di ristorazione, aree dove possono essere rilasciate autorizzazioni agrituristiche per la sola somministrazione di pasti, fino ad un massimo di 30 coperti a pasto

Quanti sonoLe aziende agricole autorizzate sono oltre 2300 (per la precisione 2.313 al settembre 2002). La Toscana pesa sul movimento agrituristico nazionale per una percentuale compresa tra un terzo e un quarto. Complessivamente la nostra regione conta su 27.440 letti, di cui 19.034 in unità abitative e 8.406 in camere. Sono 520, cioè poco meno di una su quattro le aziende autorizzate anche all’attività di ristorazione, 381 quelle che offrono attività ricreative e culturali. Dove sonoPer numero di aziende la provincia più «agrituristica» è Siena, con 662 strutture, seguita da Grosseto (441), Firenze (377) ed Arezzo (277). I comuni più «agrituristici» sono invece Grosseto (100), Manciano (55), Greve (42), Cortona (41), Volterra (37), San Casciano Val di Pesa (36), Magliano in Toscana (36). Quanto «pesa»Circa 350 milioni di euro spesi dagli «agrituristi» in Toscana solo nel 2001, spesa che attraverso una produzione di quasi 500 milioni, con un valore aggiunto di 264 milioni ed una quantità di lavoro pari a 6.700 unità di lavoro annue. Il valore aggiunto delle attività agrituristiche rappresenta circa l’8 per cento del valore aggiunto del settore primario diffuso. Chi lo sceglieIn attesa di poter elaborare i dati relativi al 2002, i dati disponibili riguardano l’intero anno 2001, anno peraltro segnato nei suoi ultimi mesi dalla tragedia dell’11 settembre. Complessivamente gli arrivi negli agriturismi toscani sono stati 303.355, le presenze 1.749.977. Il nostro agriturismo continua ad essere particolarmente ricercato dai viaggiatori stranieri, che ancora costituiscono una larga maggioranza. Gli italiani hanno inciso per un totale di 137.766 arrivi e 541.890 presenze. E’ la Germania il paese che più dimostra di amare la vacanza agrituristica in Toscana (63.693 presenze, 496.864 arrivi). Seguono il Regno Unito (17.860 arrivi, 143.783 presenze), gli Stati Uniti (17.272 arrivi, 118.220 presenze), i Paesi Bassi (12.793 arrivi, 95.693 presenze), il Belgio (9.231 arrivi, 70.278 presenze). Importanti anche gli arrivi da Francia, Austria, Svizzera, ma non mancano presenze significative anche da paesi come l’Australia (15.082 presenze) e Israele (12.639).